Dal 2011 l’intervento è di 600 milioni di euro. Fra le misure per il controllo della spesa, la rideterminazione delle quote di spettanza dei grossisti e dei farmacisti sul prezzo di vendita del medicinale al pubblico rispettivamente del 3% (dal 6,65% al 3,65%) per i primi e del 30,35% per i secondi. Il Ssn, nel procedere alla corresponsione di quanto dovuto alle farmacie, trattiene ad ulteriore titolo di sconto, rispetto a quanto già previsto dalla vigente normativa, una quota pari al 3,65% sul prezzo di vendita al pubblico al netto dell’imposta sul valore aggiunto (Iva).
Ecco poi la misura che dovrà consentire di reperire 300 milioni di euro per il 2010, che contribuiranno a garantire le risorse aggiuntive al finanziamento del Ssn, pari a 550 milioni di euro per l’anno in corso (gli altri 250 mln arriveranno dai risparmi ottenuti con il provvedimento nel suo complesso).
Si prevede il passaggio di alcuni farmaci ora somministrati negli ospedali alle farmacie, dove verranno erogati, in quanto suscettibili – si legge nel testo – di uso ambulatoriale o domiciliare. A individuare i farmaci che passeranno dall’ospedale alla farmacia sarà l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) entro 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto che racchiude la manovra, con l’obiettivo di ridurre la spesa farmaceutica ospedaliera, al momento in crescita galoppante. Tali farmaci, una volta che l’elenco sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale, saranno "erogati attraverso l’assistenza farmaceutica territoriale e con oneri a carico della relativa spesa, per un importo su base annua pari a 600 milioni di euro".
Si punta a incentivare l’uso dei medicinali equivalenti. Dal confronto fra la spesa farmaceutica territoriale delle singole regioni, l’Aifa dovrà definire soglie di appropriatezza prescrittiva basate sul comportamento delle Regioni in cui si prescrivono più generici, cioè farmaci con un prezzo più basso, rispetto al totale dei medicinali appartenenti alla stessa categoria terapeutica equivalente.