Maneuver, surprisingly the liberalization of professions returns, all, none excluded.

Fulmine a ciel sereno sul percorso parlamentare della Manovra. Nel testo, infatti, potrebbe ritrovare posto la liberalizzazione delle professioni regolamentate, farmacisti non più esclusi. A prevederlo un emendamento che, secondo alcune fonti, sarebbe tra quei cinque o sei interventi concordati da maggioranza e opposizione nell’intento di assicurare un percorso fulmineo alla conversione in legge del decreto. La bozza di testo circolata ieri, in particolare, stabilisce che «l’accesso alle professioni e il loro esercizio si basa sulla libertà d’impresa» e «le restrizioni in materia» previste dall’ordinamento vigente «sono abrogate sei mesi dopo l’entrata in vigore della presente legge». Per restrizioni, prosegue l’emendamento, si intende tra le altre cose «la limitazione del numero di persone titolate a esercitare una certa professione in tutto il territorio dello Stato», «l’attribuzione di licenze o autorizzazioni all’esercizio di una professione solo dove ce ne sia bisogno secondo l’autorità amministrativa», il divieto all’esercizio «al di fuori di una certa area geografica o l’abilitazione solo all’interno» di una determinata zona, l’imposizione «di distanze minime tra le localizzazioni delle sedi», il divieto di esercizio in più sedi o in più aree, «l’imposizione di requisiti professionali in relazione al possesso di quote societarie», l’imposizione di prezzi minimi o commissioni per la fornitura di beni e servizi e così via. Dalla liberalizzazione, in ogni caso, possono essere escluse «singole professioni» per motivi inerenti la tutela dell’interesse pubblico, attraverso un decreto del Presidente del consiglio su proposta dei dicasteri di Giustizia e Sviluppo economico di concerto con Economia e finanze, da emanare entro sei mesi dalla pubblicazione della legge. Mancano al momento commenti ufficiali da parte delle sigle che rappresentano il mondo della farmacia ma i "rumors" che arrivano lasciano trapelare parecchia preoccupazione. L’imperativo con cui è stato avviato l’iter parlamentare del decreto, infatti, è quello di fare in fretta per evitare altre turbolenze dei mercati, tanto che per domani è previsto il voto in aula al Senato e dopodomani quello alla Camera.

Farmacista33 – 14 luglio 2011

The Orders are holding back liberalisation

ROME
Gli Ordini non saranno aboliti. Il mercato delle professioni resterà così com’è, almeno per quanto riguarda le categorie regolamentate da un esame di Stato. L’argine – la disciplina «dell’articolo 33, quinto comma, della Costituzione» – è stato alzato nella serata di ieri grazie alle mediazione del presidente del Senato, Renato Schifani.
Dopo una lunga riunione a Palazzo Madama, con il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, il ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto, il ministro per lo Sviluppo economico, Paolo Romani e il relatore sulla manovra correttiva, Gilberto Pichetto Fratin, il contestatissimo emendamento che introduceva nel testo della manovra un poderoso articolo 39-bis intitolato «Liberalizzazioni delle attività professioniali e d’impresa» è stato ritirato, mentre è stato riformulato un comma 1-bis all’articolo 29 che concede, genericamente, al Governo l’onere di formulare alle categorie «proposte di riforma in materia di liberalizzazione». Il nuovo emendamento contiene poi una sorta di clausola di salvaguardia: trascorsi 8 mesi dall’entrata in vigore della manovra, evidentemen

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