IN ITALIA IL CONSUMO DEI FARMACI HA RAGGIUNTO LIVELLI DA RECORD CON QUASI 52 MILIONI DI PASTIGLIE INGURGITATE OGNI GIORNO. SERVONO DAVVERO TUTTE? IL PARERE DEGLI ESPERTI
L’ESPERTO IN FARMACOEPIDEMIOLOGIA Roberto Raschetti è il coordinatore dell’Osservatorio nazionale sull’impiego dei formaci, dell’Istituto superiore di sanità. Insieme con il suo staff ha elaborato il rapporto Osmed, che contiene i dati sul consumo dei medicinali in Italia. Ci ha rivelato che ricorre raramente ai formaci e che, anzi, in media prende un antidolorifico all’anno. L~na pillola per allargare le arterie e fliudificare il sangue e un’altra per regolarizzare il battito del cuore. Una per contrastare il colesterolo e un’altra per abbassare la pressione. Un sorso d’acqua e alla fine le pasticche ingurgitate ogni giorno dagli italiani sono 51,9 milioni. I dati sono quelli del rapporto Osmed, l’Osservatorio nazionale sull’impiego dei farmaci che fa capo all’Istituto superiore di sanità e a commentarceli è il dottor Roberto Raschetti, che ha coordinato la ricerca sui consumi. «Il primo dato su cui riflettere è che dal 2000 a oggi c’è stato un aumento delle dosi dei farmaci da prescrizione del 48 per cento. Un incremento enorme» dice Raschetti. Nel 2003 infatti su 10 persone sette prendevano una pillola al giorno, alla fine del 2007 questa quota è salita a 8,8 e ora si veleggia verso una pastiglia al giorno per ciascuno.
LE DONNE BATTONO GLI UOMINI Sembra che nel corso della vita gli uomini consumino 22.776 pillole e le donne 24.236. Il dato è più elevato se si considera che le donne spesso assumono regolarmente la pillola anticoncezionale e gli antidolorifici per alleviare i dolori mestruali. Sono numeri che mettono una certa ansia e che inducono a interrogarci sulle cause. «Il boom nel consumo dei farmaci di fascia A, cioè quelli a carico del Servizio sanitario nazionale dietro prescrizione medica» rivela Raschetti «è innanzitutto dovuto all’invecchiamento della popolazione e al conseguente aumento delle malattie croniche. Infatti, in un Paese occidentale di buon sviluppo come il nostro è aumentata l’aspettativa di vita, ma al tempo stesso anche le malattie del benessere come il diabete o il colesterolo. Questa interpretazione però giustifica l’eccessivo ricorso ai farmaci soltanto in parte». L’altra causa può essere culturale. «In tutti i Paesi occidentali, ogni volta che devono risolvere un problema di salute, i cittadini preferiscono prendere una medicina piuttosto che modificare il loro stile di vita. Questo è il caso dei disturbi cardiovascolari che coprono il 50 per cento dei consumi dei medicinali da prescrizione. Così pure per i problemi di erezione, che vengono affrontati quasi esclusivamente con i farmaci» aggiunge Raschetti.
LE COMPRESSE SALVA CUORE SONO IN TESTA Quattro italiani su dieci ogni giorno prendono una pillola per il cuore e solo i portoghesi battono questo record. «In termini di dosi prescritte, in testa ai principi attivi più consumati ci sono il ramipril e l’acido acetilsalicilico, che rappresentano rispettivamente il 4,5 e il 4,3 per cento dei consumi complessivi» dice Raschetti. Il primo è un Ace inibitore che viene prescritto per contrastare la pressione alta e l’altro è un antiaggregante piastrinico efficace per fluidificare il sangue e scongiurare la formazione di trombi, cioè coaguli di sangue che possono occludere un vaso e dare origine a un infarto o a un ictus. «Tra gli altri medicinali più consumati ci sono poi le statine» continua Raschietti. «Sono prescritte per abbassare i livelli di colesterolo