Il Ministero della Salute ha deciso di non costituirsi nel procedimento inerente il caso Avastin-Lucentis. L’Agcom ha inflitto loro una multa di 182 milioni di euro, ma i colossi farmaceutici hanno fatto ricorso e la questione è finita in Consiglio di Stato. «il Ministero della Salute, che poteva vigilare e non lo ha fatto, ha quantificato un danno di 1 miliardo e 200 milioni e ha chiesto un risarcimento, per poi lavarsene le mani al momento di chiedere giustizia, decidendo di non costituirsi in giudizio nel procedimento che si è concluso».
Scandalo farmaci: ministero resta a guardare. «Lorenzin deve dimettersi»
ROMA. «Il ministro Lorenzin si deve dimettere»
La richiesta arriva dal Movimento 5 Stelle dopo che il Ministero della Salute ha deciso di non costituirsi nel procedimento inerente il caso Avastin-Lucentis, ovvero i due farmaci in grado di curare la maculopatia, una grave patologia che colpisce gli occhi.
Le case farmaceutiche Roche e Novartis sono accusate dall’Autorità Garante del Mercato e della Concorrenza di aver messo in piedi pratiche scorrette per immettere sul mercato il farmaco più costoso, il Lucentis (900 euro), piuttosto che l’Avastin, molto più economico (50 euro), e di aver provocato danni evidenti ai cittadini che lo acquistano e all’intero Servizio sanitario nazionale.
L’Agcom ha inflitto loro una multa di 182 milioni di euro, ma i colossi farmaceutici hanno fatto ricorso e la questione è finita in Consiglio di Stato, che tra qualche settimana deciderà se confermare o meno la sanzione.
«In questa storia», spiegano i parlamentari del Movimento 5 Stelle, «il Ministero della Salute, che poteva vigilare e non lo ha fatto, ha quantificato un danno di 1 miliardo e 200 milioni e ha chiesto un risarcimento, per poi lavarsene le mani al momento di chiedere giustizia, decidendo di non costituirsi in giudizio nel procedimento che si è concluso».
Per questo il M5S torna a chiedere che il ministro si dimetta. Non è una richiesta nuova: la mozione di sfiducia, a prima firma Michela Montevecchi e Paola Taverna, venne presentata in Senato a giugno del 2014. Da allora giace nei cassetti di Palazzo Madama, mai portata in Aula per la votazione.
Stecondo l’ipotesi dell’Antitrust e anche dei Nas di Torino, le due case farmaceutiche hanno messo in piedi una strategia collusiva di comunicazione serratissima per screditare il farmaco meno costoso a tutto beneficio di quello più caro. Confutando ricerche scientifiche che ne dimostravano gli identici effetti e sostenendo che Avastin fosse dannoso per i pazienti.
Ma come mai se le due erano apparentemente concorrenti?
La spiegazione, diceva l’accusa, sta nei rapporti economici tra i gruppi Roche e Novartis che di fatto si intrecciano indissolubilmente, rapporti che sono emersi in seguito agli accertamenti degli inquirenti: Roche ha interesse a screditare il proprio farmaco, Aventis, e a incentivare le vendite di Lucentis perché “controlla” Genentech – la società californiana che ha sviluppato entrambi i farmaci – e riceve per la distribuzione di Lucentis cospicui guadagni da Novartis. Per contro, Novartis guadagna dall’incremento delle vendite di Lucentis, e detiene anche il 30 per cento di Roche .
La Società Oftalmologica Italiana fin dal 2007 dimostrò e diffuse la certificazione di equivalenza sia per sicurezza che per efficacia terapeutica dei due farmaci.
Ma l’Aifa avallò la tesi sostenuta da Roche e Novartis circa la pericolosità di Avastin. Di fatto si bloccò il farmaco che prima era utilizzato nel 90% dei casi.
05/12/2015