Bilanci solidi, flussi di cassa costanti e domanda slegata dall’andamento del ciclo economico sono le caratteristiche delle azioni farmaceutiche che piacciono agli analisti e agli investitori.
Il comparto, infatti, ha fatto resistenza al tracollo dei listini azionari, anche se comincia ad accusare l’ondata generalizzata di vendite: da un anno a questa parte, in Europa ha perso un terzo rispetto alle Borse del Vecchio Continente (-16,1% contro -44,2%), mentre da gennaio ha poco più che dimezzato il calo (-9,4% a fronte del -15%). E da inizio 2009 sono andate in netta controtendenza la danese Lundbeck (+15%), l’irlandese Elan Corporation (+17,9%) e la tricolore Recordati (+10%). A spingerle sugli scudi hanno contribuito alcune operazioni straordinarie o semplici rumors su possibili acquisizioni, che costituiscono un altro potente detonatore delle performance dell’industria.
Lundbeck ha comprato l’americana Ovation Pharmaceuticals per 900 milioni di dollari in contanti e l’operazione ha incontrato il favore del mercato, che ne ha apprezzato le sinergie: gli esperti della ricerca equity di S&P classificano il titolo con un giudizio buy (comprare) e hanno alzato il target price (prezzo obiettivo a dodici mesi) a 152 corone (da 140).
Nella rete di potenziali prede di Lundbeck, che aveva preparato l’acquisto con la dismissione di partecipazioni non più strategiche, gravitava Elan; la società specializzata in biotecnologie, che aveva affidato a Citigroup il mandato per trovare un compratore e ha annunciato un taglio di 230 posti di lavoro, ha beneficiato, inoltre, di un balzo del 24% del fatturato del quarto trimestre. Anche l’utile netto di Recordati per il 2008 è cresciuto a doppia cifra (+18,3% nel 2008) e l’azienda italiana ha comprato la farmaceutica ceca Herbacos-Bofarma, leader nel mercato domestico negli antinfiammatori, analgesici e dermatologici.
Goldman Sachs ha un rating (giudizio) buy sia su Elan, sia su Recordati, di cui ritiene interessante il piano triennale e il previsto tasso di distribuzione dei dividendi del 50 per cento. Ma i nomi nella lista dei preferiti della banca americana sono Grifols, Novartis e Orion, con prezzi teorici, rispettivamente, di 24 euro, 70 franchi svizzeri e 15 euro. La selezione è argomentata dal potenziale di rialzo della quotazione e dal vantaggio competitivo nel lungo termine (ad eccezione di Orion, le cui prospettive sono subordinate alla risoluzione della questione legale sul farmaco per il Parkinson). Mentre Astrazeneca, Galenica, GlaxoSmithKline (Gsk) e Ucb sono indicate con sell (vendere), per via di una valutazione troppo elevata rispetto ai fondamentali.
Per il settore in generale, Goldman Sachs si attende anche per i prossimi mesi una maggiore performance relativa, sostenuta soprattutto dalle buone trimestrali e dalla visibilità degli utili nel breve periodo, nonostante i rapporti prezzo-utili siano un po’ compressi e malgrado il deterioramento della qualità dei profitti.
Citigroup, invece, elenca tra i consigli di acquisto Merck con un target di 90 euro: il broker è convinto delle opportunità di espansione del fatturato e dei guadagni in un ampio orizzonte temporale; all’azienda tedesca Citi affianca Shire Pharmaceuticals (con un target di prezzo di 12 sterline), ben equipaggiata per affrontare la crisi, grazie alla protezione dei brevetti e al progresso proficuo di nuove sperimentazioni.
Marzia Redaelli
Sole PLUS del 28/02/2009 p. 29
AF