"The medicine industry": the history of the drug in a novel
Fedaisf editorial staff
Il libro è di interesse generale ma «esiste inoltre una vasta massa di studiosi, tecnici, manager, informatori medico-scientifici, ecc., che sanno parecchio sulle loro materie e sui problemi da risolvere quotidianamente, ma si sentirebbero più appagati dal facile apprendimento di una visione generale, storica, formata attraverso la narrazione di precise cronache e circostanze riferite all’ambiente culturale in cui agiscono».
«Una storia, agile ma completa, dell’industria farmaceutica è importante perché il farmaco riguarda da vicino tutti, i suoi successi possono generare felicità, la sua scoperta incuriosisce, oltre i pazienti, anche chi ama un po’ la scienza». È sull’onda di questa consapevolezza che Giuliano Zirulia ha scritto “L’industria delle medicine”, recentemente pubblicato da Edra. Come spiega l’autore, «si incrociano, da un capitolo all’altro, notizie e racconti sulle singole aziende, sulle scoperte dei loro farmaci e sui personaggi di maggior spicco al centro delle vicende. Vengono intanto raccontate, sempre evitando divagazioni troppo tecniche, le scoperte farmacologiche e le loro ripercussioni sulla salute e la vita degli uomini». Il racconto è avvincente e permette di assistere anche alla nascita di diverse generazioni industriali, ciascuna con le sue caratteristiche, legate anche alle diverse nazioni dove le iniziative hanno luogo. Dopo un excursus attraverso i secoli, il testo affronta il fertile periodo tra la seconda guerra mondiale e l’attualità, in cui, dice Zirulia, «scorre un grande fiume di iniziative, scoperte, novità farmacologiche, destinate a mutare il volto non solo del singolo paziente, ma dell’intera società civile. Oggi siamo di fronte a nuove sfide, soprattutto proposte dall’introduzione, una trentina d’anni fa, della nuova scienza biotecnologica, che integra organismi, cellule, loro parti o analoghi molecolari, nei processi industriali per la produzione di farmaci». Il libro è di interesse generale ma «esiste inoltre una vasta massa di studiosi, tecnici, manager, medical-scientific informants, pubblicitari e altri collaboratori delle industrie farmaceutiche e affini, nonché un grandissimo numero di farmacisti, di medici e di studenti che sanno parecchio sulle loro materie e sui problemi da risolvere quotidianamente, ma si sentirebbero più appagati dal facile apprendimento di una visione generale, storica, formata attraverso la narrazione di precise cronache e circostanze riferite all’ambiente culturale in cui agiscono».