Licenziato dall’azienda per la quale lavorava da 20 anni il presidente nazionale della Federazione degli informatori scientifici del farmaco (Federisf), Lucio Golia. La motivazione ufficiale è un ‘giustificato motivo oggettivo, legato "all’arrivo sul mercato di due nuovi concorrenti della società, la multinazionale australiana CSL Behring, la perdita di alcune gare e le politiche legate al Piano sangue nazionale", dice Golia a Pharmakronos.
"Questa è un’azienda che fattura oltre 80 milioni di euro annui nel nostro Paese – prosegue il presidente di Federisf – e che fino a pochi giorni fa contava su 16 informatori scientifici del farmaco. Altri tra questi, temo, saranno licenziati a breve, come è successo a me. Ma liberarsi di professionisti che fanno un lavoro iper-specializzato come il nostro, dato che la Csl Behring produce emoderivati, non ha davvero senso. La legge, però, consente di farlo".
Federisf, "consapevole di una crisi incombente, prodotta da scelte imprenditoriali suicide che una dirigenza di scarsa capacità e abituata a ricercare pericolose scorciatoie per incrementare le vendite ha portato pervicacemente avanti – si legge in un comunicato della Federazione, diffuso in occasione del licenziamento di Golia – ha operato affinché l’appropriatezza prescrittiva, l’evidenza delle soluzioni terapeutiche proposte e l’utilità sociale dell’informazione scientifica fossero al centro dell’attività dei propri iscritti".
"Queste posizioni chiare, molte volte in contrasto con industria e sindacati che hanno volutamente sottostimato l’importanza dell’informazione sui farmaci e la funzione sociale e di tutela della salute che il ‘servizio’ di informazione offre ai cittadini, hanno prodotto una strana alleanza tra industria e taluni sindacati che non hanno gradito le funzioni di controllo sul loro operato svolto da Federisf".
Le reazioni "dell’industria e dei sindacati sono state numerose – prosegue la nota – e hanno registrato un crescendo proprio in questo periodo di grave crisi occupazionale e di contrattazioni negative che Federisf e sindacati non collusi hanno puntualmente denunciato.
Le aziende farmaceutiche, nel più vergognoso silenzio dei sindacati, hanno licenziato, ricorrendo alle motivazioni più disparate, dirigenti Federisf e dirigenti sindacali sgraditi, salvaguardando oltre il lecito i delegati Rsu che hanno sottoscritto quegli accordi che hanno permesso le cessioni di ramo d&r