Tuesday 11 November 2014 Quotidianodipuglia.it
The suspects are the administrator and area manager of the pharmaceutical company "Lo.Li Pharma" in Rome: now they must defend themselves against accusations of having resorted to threats to obtain an "unfair profit". And, that is, the money they would have had to pay to guarantee her the social security protections provided for the pregnant worker. The threats allegedly consisted in requesting the return of the almost 8,000 euros of advances on commissions for the years 2011-2013 to convince Martignago to resign when a year and a half ago she informed them that she was expecting a child.
Nothing came of it and the Salento biologist turned to the judicial authority with the complaint. Under accusation are Roberto Smargiassi and Daniele Scafora, respectively 37 and 53 years old. The first is the administrator of "Lo.Li Pharma" and is from Rome, the other is the area manager and is from Naples. The suspects seem willing to inform the magistrate of their truths without waiting for a possible trial: as soon as they were informed of the existence and conclusions of the investigation, they both asked to be questioned in the presence of defense lawyers Fulvio Pedone, Carlo Foam, Gioacomo Tutinelli and Rodolfo Capozzi.
Ma trattandosi di una collaboratrice esterna con partita Iva, alla Martignago spettavano, comunque, le stesse tutele previdenziale ed assistenziali previste nei rapporti di lavoro subordinato e chiarite del codice civile? Sì: a questa conclusione è arrivata l’inchiesta condotta dal pubblico ministero Licci con la sezione di polizia della Procura. Perché – dice l’accusa – il rapporto fra la biologa salentina e la “Lo.Li Pharma” si è protratto con continuità per due anni e mezzo, con una retibuzione mensile fissa composta da un minimo garantito, le provvigioni e l’anticipo di quest’ultime. Questioni che saranno affrontate anche dal giudice del lavoro.
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In merito alla vicenda della biologa leccese”licenziata perché incinta” e dell’inchiesta aperta successivamente dalla Procura, riceviamo e pubblichiamo la rettifica chiesta dall’avvocato Rodolfo Capozzi, degale del dottor Roberto Smargiassi, dipendente della società Lo.Li pharma.Il mio assistito riscontrava incidentalmente, solo pochi giorni orsono l’articolo intitolato: «Licenziata perchè incinta, il caso a ”Le iene”. Ora indagati due dirigenti», ove è dato leggere, in riferimento alla vicenda relativa a un presunto tentitivo di estorsione ai danni della sig.ra Roberta Martignago attualmente all’attenzione della Procura della Repubblica di Lecce: «gli indagati sono l’amministratore e il capo dell’azienda farmaceutica ”Lo.Li.Pharma” di Roma… sotto accusa sono Roberto Smargiassi e Daniele Scafora, rispettivamente 37 e 53 anni. Il primo è l’amministratore della ”Lo.Li Pharma” ed è di Roma».
Ancora, nel suddetto articolo è dato leggersi che ”sia Smargiassiche Scafora le avrebbero consigliato (alla sig.ra Martignago, ndr) vivamente di dare le dimissioni una volta messi al corrente dello stato di gravidanza. Diversamente, avrebbero rescisso il contratto di agente di vendita di prodotti farnaceutici nella provincia di Lecce… cosa che, poi, fecero, perchè intanto la Martignago non si dimise. E con una lettera le intimarono anche di restituire quasi 8mila euro di anticipi delle provvigioni».
Well, given that my sponsorship is to be considered exempt from any liability in the ambit of the aforementioned criminal case, it is not true that he is «director of ”Lo.Li. Pharma”», being only an employee of the same limited liability company (unlike Ms. Martignago), employed in the administrative office, without holding any senior position.
Non corrisponde, altresì, a verità che il mio cliente abbia «consigliato vivamente di dare le dimissioni» la sig.ra Martignago, invero procacciatrice d’affare della ”Lo.Li.Pharma S.r.l.” succitata, «una volta (messo al corrente) dello stato di gravidanza» in capo alla suddetta procacciatrice, per la quale – invece – appalesava sempre massimo rispetto e delicato tatto. E’ pure destituita di fondamento l’ulteriore circostanza per cui il mio assistito avrebbe «rescisso il contratto di agente di vendita (ovvero di procacciatrice di affari, ndr) di prodotti farmaceutici» e di avere intimato con lettera alla Sig.ra Martignago «di resistuire quasi 8mila euro di anticipi delle provvigioni».
A riguardo preme sottolineare come il mio cliente: non abbia mai «consigliato vivamente di dare le dimissioni» la Sig.ra Martignago, la quale, essendo legata alla Società da un rapporto contrattuale di procacciamento d’affari, non avrebbe potuto neanche rassegnarle, considerato che le dimissioni richiedano un rapporto di lavoro subordinato, invero insussistente; Non aveva all’epoca (e non ha tuttora) alcun poter di firma nell’ambito delle mansioni svolte nell’ambito della sopra citata Società, e comunque non redigeva nè sottoscriveva nè inoltrava le – pure più che legittime – missive a cui sopra si fa riferimento alla Sig.ra Martignago.