Egregio Presidente,
da 38 anni sono inserito nella informazione scientifica con vari livelli di responsabilità.
Da alcuni anni si assiste, impotenti, ad uno scenario, che vede l’industria farmaceutica orientata a disporre delle nostre vite e dei nostri corpi in nome di un profitto, concettualmente corretto, ma che non gioca mai a nostro favore. Ovviamente con le doverose eccezioni.
Si assiste, ancora, – e da anni – ad una impotenza reattiva aggravata dal fatto, che nessuna voce – del settore – si sia associata a prendere le nostre difese.
Ho ipotizzato in tempi non sospetti, che gli informatori scientifici, lavoratori senza peso politico, fossero – però – soltanto il primo anello di una catena, che avrebbe visto coinvolti – nel tempo – tutti gli operatori del settore. Medici compresi.
Ho letto la missiva inviata dall’Ordine Nazionale dei medici al Sig. Ministro della Salute: finalmente sembra spuntare una luce, adesso che sono in gioco gli interessi stretti dei medici e, in uno scenario apocalittico, anche il loro domani, che sta cominciando già oggi.
Pietra dopo pietra, senza pietà.
E speriamo che non sia già tardi.
Il Sig. Ministro della salute, messo alle strette da tutte le reazioni, che paventavano l’inutilità dello scempio, ha ripiegato dal concetto di economia dello Stato all’economia del cittadino, che avrebbe risparmiato, complessivamente, 800 milioni di tickets.
Che si tradurrebbe (se fosse di quella l’entità) in un risparmio di 4/5 euro mese per anziano, ovvero di un euro e mezzo mese per cittadino.
Ma tutto questo a spese della salute del cittadino stesso, che da troppo tempo è abituato a vedere l’alta percentuale di insuccessi terapeutici