Spett. Redazione
Nei giorni scorsi avete riportato l’articolo "La Bayer spende 142 milioni di dollari per risarcire chi ha assunto l’anticoncezionale Yasmin ", la notizia è di qualche tempo fa e poiché mi capita di rileggerla, questa volta vorrei esporvi le mie considerazioni in merito. Premetto che, il lavoro svolto dalle tante riviste, quello di informarci sulle notizie di carattere scientifico per la tutela della salute del lettore, sia di estrema importanza.
Nonostante ciò, credo non si possa sempre prendere tutto, o quasi, per oro colato solo ed esclusivamente, perché la notizia viene riferita da una rivista a prevalente espressione scientifica. Ricordo, circa un mese fa, mentre in una sala d’attesa di uno studio medico attendevo il mio turno per entrare dal medico, mi è capitato sotto mano una delle tante riviste messe a disposizione dei pazienti. Si trattava di un numero recente della rivista “Focus”, rivista a carattere scientifico o pseudo tale e, mentre la sfogliavo mi si presenta, davanti ai miei occhi, l’articolo in cui si incriminavano le pillole a base di drospirenone, un nuovo progestinico.
Bene per farla breve, la notizia riferiva di casi di TEV ( trombosi venose), indotte da queste pillole.
Si faceva riferimento anche ad altre pillole, vecchie di almeno un trentina di anni, contenenti altri progestinici e per le quali, l’incidenza di questi eventi avversi, “trombosi venose”, secondo i risultati della ricerca, era decisamente contenuto.
La notizia ha destato in me un particolare interesse, anche perché due delle mie tre figlie fanno contraccezione e, neanche farlo apposta, utilizzano una pillola che contiene il famigerato drospirenone.
In calce all’articolo di Focus, e qui è nata la mia riflessione/perplessità, si apriva una finestra dal titolo che all’incirca recitava così: “Quali sono buone e quali quelle cattive”.
Leggendo la postilla, ho notato che l’ autore riportava i nomi e cognomi di altre pillole in commercio, contenenti altri progestinici che, da quanto riportato nell’intero articolo, esponevano le utilizzatrici ad un rischio inferiore di incorrere in eventi di trombosi venosa.
Le interessanti affermazioni e la curiosità di saperne di più e vederci più chiaro, rientrato a casa, ho subito recuperato il bugiardino da una confezione di queste pillole utilizzate dalle mie figlie e, leggendolo attentamente, al paragrafo delle raccomandazioni ed eventi avversi, mi rendo conto che viene riportato, in linea di massima, senza la pretesa di riferirvi per intero quanto scritto all’interno del bugiardino stesso, che la pillola può esporre l’utilizzatrice al rischio di trombosi venosa sino ad un anno dall’inizio della sua assunzione.