Il giorno 09/08/2012 ho scritto una e-mail per spronare noi stessi, le aziende, ecc., ecc. a dare una risposta forte, determinata a provvedimenti illiberali, inefficaci e forieri di gravi conseguenze occupazionali nel settore farmaceutico, provvedimenti a favore tout court dei generici e che creerammo migliaia di disoccupati tra i residuali informatori medico scientifici. Credevo che il grido di ribellione e l’invito ad organizzare una manifestazione a Roma fosse raccolto da Federaisf e che questa si facesse promotrice dell’iniziativa utile anche per se stessa. (senza ISF esisterebbe Federaisf?). Oramai chiunque non sa nulla del nostro settore ha il diritto d’insultare il nostro lavoro (vedi Renzi). Qualsiasi imbrattacarte può paragonarci impunemente a dei coruttori, qualsiasi shampist! a televisiva pontifica sui farmaci con una banalità sconcertante. INSOMMA BISOGNA CONTRASTARE L’INGANNEVOLE PENSIERO UNICO (di cui Balduzzi è complice) SU DI NOI, MA SOPRATUTTO FARE CAPIRE CHE IL FARMACO E’ UNA MERCE DELICATA LA CUI BANALIZZAZIONE E’ PERICOLOSA PER I PAZIENTI. LA SOLA RIDUZIONE DEI COSTI A SCAPITO DELLA QUALITA’ E’ UN CONTROSENSO. Impariamo dai metalmeccanici di Taranto che difendono con i denti il loro posto di lavoro e NOI, CHE PUR SIAMO IN NUMERO MAGGIORE E ABBIAMO, COME LORO, IL NOSTRO POSTO DI LAVORO IN PERICOLO PER UN INUTILE PROVVEDIMENTO, CHE FACCIAMO? CE NE STIAMO ZITTI E RASSEGNATI?! Spero che Federaisf si dia da fare.
Luciano Ferrarini
21 agosto 2012