Letter from President Fedaiisf to the program "Di Martedì"

Gli ISF non sono privilegiati ma sono parte integrante del Servizio Sanitario.

Gentile Redazione del programma televisivo DiMartedì,

sono il Dr. Antonio Mazzarella, informatore scientifico del farmaco nonché presidente nazionale di FEDAIISF (Federazione delle Associazioni Italiane degli Informatori Scientifici del Farmaco e del Parafarmaco).

Ho seguito la puntata del vostro programma del 30 marzo u. s. nel corso della quale, il conduttore Giovanni Floris ha mostrato una slide in cui si evidenziavano “le categorie privilegiate in alcune regioni”. Era un elenco di quattro categorie: avvocati, magistrati, giornalisti e informatori farmaceutici. Il conduttore ha commentato la categoria che mi onoro di rappresentare con un frase particolare: “anche gli informatori farmaceutici perché sono del giro”. La domanda sorge spontanea: a quale giro si riferiva?

Al di là di questi dubbi, una cosa risulta evidente in questo evento: né il conduttore, né chi ha costruito la slide, né le fonti a cui ci si è ispirati conoscono il ruolo di questa figura professionale, a partire dalla definizione di questo professionista: siamo informatori scientifici del farmaco, non farmaceutici.

Il servizio di informazione scientifica è stato istituito nel 1978 dalla legge 833, la stessa che diede vita al Servizio Sanitario Nazionale. Quindi, la nostra attività professionale, rappresenta un servizio all’interno di un altro più complesso e che è alla base dell’assistenza sanitaria pubblica.

Altre norme sono state emanate per regolamentare l’informazione scientifica ma l’ultima, la più completa, è il D. Lgs 219/2006 nel quale si stabilisce che l’unica figura autorizzata a portare informazioni sul corretto uso dei farmaci alla classe medica è l’informatore scientifico. Motivo per il quale questo professionista deve essere laureato in una disciplina scientifica e non è un venditore ma è alle dipendenze del servizio scientifico il quale è indipendente dal marketing, quindi dalle vendite. Rientra, tra le sue competenze, anche il compito importante e delicato della farmacovigilanza, ovvero la segnalazione degli eventi avversi associati ai farmaci, compresi i vaccini.

Quindi, se il dottor Floris, per “giro” intendeva quello della sanità, ci trova assolutamente d’accordo. Noi informatori scientifici siamo parte integrante del Servizio Sanitario. Ma allora non si spiega l’averci definiti “privilegiati”. Non lo siamo come non lo sono gli altri operatori sanitari, cioè medici e infermieri.

Se consideriamo l’ultimo piano vaccinale nazionale, emanato il 24 marzo, nelle “Raccomandazioni ad interim sui gruppi target della vaccinazione anti COVID-19”, si dice chiaramente di completare la vaccinazione delle categorie ricomprese nella fase 1 (in cui noi informatori scientifici fummo inseriti) avendo cura di includere “tutti i soggetti che operano in presenza presso strutture sanitarie e sociosanitarie”.

Dovreste essere a conoscenza che noi informatori scientifici, per le peculiarità del nostro lavoro, operiamo necessariamente in presenza nelle suddette strutture. Ragion per cui siamo stati inseriti in prima fascia vaccinale in quanto soggetti che, nello svolgere legittimamente la propria attività professionale, risultano a rischio di contagio, al pari degli altri sanitari. Quindi davvero non capiamo da dove deriva il concetto di “privilegio” enunciato dal vostro conduttore.

In conclusione chiedo di rettificare l’informazione da voi data in quanto lesiva dell’immagine di un’intera categoria di professionisti (circa 50 mila in Italia), ma soprattutto perché appartenere ad un settore lavorativo, non è un privilegio e quindi non è corretto definirci tali.

Resto a vostra disposizione per eventuali chiarimenti, magari in una vostra prossima puntata nella quale potreste offrire anche un servizio pubblico utile nel far capire ai vostri ascoltatori qual è il ruolo di questo professionista nel panorama sanitario.

Best regards

Dr. Antonio Mazzarella

Foggia, 02/04/2021

 


 

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