Migliaia di medici russi e altri operatori sanitari hanno firmato una lettera aperta a Vladimir Putin esortandolo a cessare le ostilità contro l’Ucraina.
Nella loro lettera medici, infermieri e paramedici hanno affermato di “opporsi fermamente alle azioni militari condotte dalle forze armate russe sul territorio dell’Ucraina” e hanno chiesto al loro presidente di ritirare le truppe.
Lunedì 28 febbraio un totale di 15 000 professionisti medici in tutta la Russia avevano firmato la lettera.
“La nostra missione è salvare vite umane”, si legge nella lettera. “In questo momento difficile per entrambi i paesi, chiediamo l’immediata cessazione delle ostilità…
La lettera in russo sul sito Madmed Media
“Noi, medici, infermieri e paramedici russi ci opponiamo con fermezza alle azioni militari delle forze armate russe sul territorio ucraino. Non parliamo di colpe e non giudichiamo nessuno. La nostra missione è salvare vite umane. È difficile immaginare una professione più umana di quella dei medici.”
“Adesso in questo tempo difficile per entrambi i Paesi, chiediamo l’immediata cessazione delle ostilità per una soluzione politica di pace. Come sempre, noi non dividiamo la gente in amici e nemici, noi abbiamo giurato di aiutare qualunque essere umano senza tenere conto della nazionalità, la religione, o posizioni politiche.
Ma oggi il nostro aiuto non basta. La guerra si porterà via molte vite, colpirà molti che non avremo tempo di aiutare nonostante ogni sforzo.”
“Tutti grideranno per la paura e piangeranno nella stessa lingua. Ogni proiettile o pallottola, anche quando non raggiunge l’obiettivo e non uccide, porterà comunque paura, panico e dolore. In questo momento è ferito il cuore di tutti: civili, soldati, madri, mogli, bambini. Nessuno merita questa paura, nessuno merita di morire o essere ferito, intenzionalmente o accidentalmente.”
I nostri parenti, amici, pazienti e colleghi sono nei territori attaccati. Non c’è una singola persona tra di loro che tragga beneficio da questo spargimento di sangue. Noi non possiamo voltarci dall’altra parte di fronte al dolore e alla sofferenza che crescono ogni minuto. La vita umana non ha prezzo.
Ci vuole un momento per essere uccisi, ma per essere curati possono volerci anni e per la guerra di adesso pagheremo per anni.
Seguendo il nostro giuramento, e mantenendo l’eguaglianza delle cure di ogni vita chiediamo l’immediata sospensione delle operazioni con armi letali.”
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Ucraina, Ordini dei Medici italiani con i colleghi russi per dire basta alla guerra. Anelli: “Senza discriminazione alcuna: è questo l’impegno a curare di tutti i medici del mondo”
La notizia è rimbalzata in rete, sino a guadagnarsi l’home page del British Medical Journal, per essere poi ripresa dai media internazionali: 15 mila tra medici, infermieri e altri professionisti sanitari russi hanno scritto una letter aperta a Vladimir Putin, sollecitandolo a cessare le ostilità nei confronti dell’Ucraina. In Italia, la riportano Repubblica Salute And Vita.
Ora l’appello, lanciato in nome dei principi deontologici e del Giuramento, viene raccolto e condiviso dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, la FNOMCeO, per voce del suo Presidente, Filippo Rings.
“Il coraggioso monito dei colleghi russi non può lasciarci indifferenti – afferma -. Non può non toccarci profondamente in quanto medici: perché fa leva su quei principi di tutela della vita, della salute psico-fisica, nel rispetto della libertà e della dignità della persona, senza discriminazione alcuna, che sono il fondamento anche del nostro Codice, del nostro Giuramento. Principi universali, che riecheggiano quasi con le stesse parole nei diversi Codici di Deontologia medica”.
“Il grido di dolore dei sanitari non può trovarci sordi come Ordini, chiamati dalla legge a garantire quei diritti umani che oggi sono violati - continues -. Non può non scuoterci come cittadini, perché la tutela di quegli stessi diritti, che ci spettano in quanto persone, è riconosciuta dalla nostra Costituzione. Non può non risuonare nei nostri animi in quanto esseri umani, che parlano lingue diverse, ma urlano e piangono con l’unico e uguale linguaggio del dolore e della sofferenza”.
“Noi medici, dicono i colleghi russi, abbiamo giurato di aiutare ogni persona umana, non importa la nazionalità, la religione, il credo politico – aggiunge ancora -. Senza discriminazione alcuna: è questo l’impegno a curare di tutti i medici del mondo, che ci unisce nella tutela della pace e dei diritti. Un dovere che non conosce deroghe, che il medico è chiamato a rispettare quali che siano le condizioni istituzionali o sociali nelle quali opera. Anche quando la pace e i diritti sono messi in discussione, e con più forza se ad essere a rischio è la stessa possibilità di tutelarli facendo sentire liberamente e chiaramente la propria voce”.
“Raccogliamo dunque l’appello, e chiediamo anche noi il cessate il fuoco – he concludes Rings -. Esigiamo che, sino alla fine del conflitto, siano risparmiati gli ospedali, i luoghi e gli strumenti della cura; di quella cura che abbiamo il diritto e il dovere di portare in maniera uguale, senza distinguo. Ci rattristano profondamente le notizie che arrivano dall’Ucraina, notizie di ospedali militari, ma anche civili, sotto attacco, colpiti dai bombardamenti e assediati dalle truppe. Tra gli ultimi, a quanto si apprende, un ospedale di maternità nei pressi di Kiev. Adoperiamoci perché siano attivati e garantiti corridoi umanitari per la messa in salvo dei più fragili, dei malati, dei minori con le loro madri”.
“Sosteniamo, infine, l’azione del nostro Governo, – concludes Rings – e sollecitiamo i nostri rappresentanti perché perseguano le sorti della pace, in applicazione dei principi che ispirano la nostra Costituzione. Confidiamo nella Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che è anche lei medico, per un forte ruolo diplomatico e geopolitico dell’Europa nella composizione del conflitto. Nei nostri rappresentanti, nazionali ed europei, riponiamo dunque le nostre speranze per un futuro di pace, presupposto indispensabile per ogni diritto, in primis quello alla tutela della salute”.
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