Cari colleghi ed amici ho letto in questi giorni in Internet i dati pubblicati dall’Istat relativi all’andamento dei principali settori in questo periodo di crisi economica.
Come già da tanti scritto e detto, il settore farmaceutico non soffre di questa crisi economica ma presenta dati invece in controtendenza rispetto a tutti gli altri settori economici e produttivi.
Some facts are truly striking:
Nel mese di gennaio 2010 l’indice della produzione industriale corretto per gli effetti di calendario ha segnato, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, variazioni positive nei settori dei prodotti farmaceutici (più 12,8 per cento), dei prodotti chimici (più 11,8 per cento), della fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica (più 10,2 per cento) e dei mezzi di trasporto (più 6,9 per cento). Le diminuzioni più marcate hanno riguardato la metallurgia e i prodotti in metallo (meno 10,0 per cento), l’attività estrattiva (meno 8,4 per cento), i macchinari e attrezzature n.c.a (meno 4,8 per cento) e l’industria del legno, carta e stampa (meno 3,9 per cento). Ed entrando nello specifico ci si accorge che la variazione congiunturale per il farmaceutico è stato nel periodo da Gennaio a Dicembre 2009 del + 3,4 % in fortissima controtendenza con altri settori che hanno invece registrato dati fortemente negativi.
Analizzando i dati ufficiali forniti da Farmindustria nella sua pubblicazione relativa agli indicatori farmaceutici del 2009 visionabile all’indirizzo http://www.farmindustria.it/pubblico/in200900.pdf we learn that:
“ Al calo di 2.700 addetti del 2007 (-3,6%) è seguita un’ulteriore diminuzione dei livelli occupazionali nel 2008 (-2.500 unità, -3,5%), un risultato che ha determinato nel biennio 2007-2008 un calo del 7,0% dell’occupazione in Italia (-5.200 unità). Tale riduzione ha interessato principalmente la rete esterna (-16% in due anni, con l’85% delle uscite complessive nell’ultimo biennio), “
Quindi a fronte di incrementi annuali del + 3,4 %,le aziende farmaceutiche, con il benestare della Triplice e delle istituzioni hanno provveduto a tagliare ben 5200 unità lavorative corrispondenti ad un – 7 % nel biennio 2007-2008 e di – 3,5 % nel solo 2008 ,anni in cui ancora non si parlava neanche lontanamente di crisi economica.
In the face of these incontrovertible data, what should we expect from the industries in the sector?
New layoffs, CIGS, staff transfers or new hires?
Ai posteri l’ardua sentenza
We try to stick together and make our voices heard
Umberto Alderisi
12.03.2010