Nell’Isola la gente continua a preferire i prodotti di marca, nonostante quelli che hanno perso il brand hanno un prezzo inferiore e garantiscono gli stessi effetti. Secondo Federfarma «è un retaggio culturale». E nel 2016 sono in scadenza molti brevetti per farmaci di uso comune.
In Sicilia la gente preferisce pagare la differenza tra il brand di marca e il generico di tasca propria. Tuttavia, a meno che il medico esprima chiaramente in ricetta la non sostituibilità con l’equivalente, nulla vieterebbe una scelta diversa. Questa diffidenza è costata quasi cento milioni di euro nel 2014. Una politica farmaceutica che stenta a prendere quota nell’isola, come conferma Roberto Tobia, president of Federfarma Palermo: «In Sicilia l’utilizzo dei farmaci generici non si è affermato come nel resto d’Italia. I dati pubblicati parlano chiaro: siamo intorno all’11 per cento della spesa rispetto alla percentuale media del resto d’Italia che arriva al 16 per cento. Il retaggio di diffidenza nasce da lontano, è culturale e poco fondato. Esiste un senso si sfiducia verso il generico. Eppure, in termini quantitativi e qualitativi non c
There Region svolge, in questa materia, un ruolo di vigilanza e di contenimento della spesa. I generic drugs garantiscono un risparmio, mantenendo però elevato il raggiungimento dell’obiettivo terapeutico. La legge numero 135 del 2012 ha stabilito che per quanto riguarda la spesa farmaceutica territoriale – cioè quella delle Asp – le singole regioni non devono superare il tetto del 11,35 per cento del fondo messo a disposizione dello Stato. Le regioni si ritrovano dunque a dover ancor di più razionalizzare la spesa sanitaria, e in questa rientra pure quella per l’acquisto di farmaci.
Il tetto di spesa del sistema sanitario nazionale per i farmaci è dato dal rapporto dei conti del settore (sul territorio e in ospedale) rispetto all’intera spesa sanitaria pubblica. La Sicilia, tra l’altro è una delle Regioni sottoposte a piano di rientro sulla spesa farmaceutica del 2014. L’imposizione di rigidi paletti è dovuta a spese considerate allegre, come quella per l’acquisto di farmaci destinati alla cura dell’osteoporosi. In passato la nostra Regionale risultò la prima come spesa oin questo ambito e sul banco degli imputati salirono i medici di base per in appropriatezza prescrittiva.
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