I medici sono sul piede di guerra. Per la prima volta tutte le loro rappresentanze attaccano la Conferenza Stato-Regioni, alla quale vengono rivolte molte accuse: la più dura è di “omicidio del SSN”. Anche a causa di una proposta da inserire nella manovra sulla sanità: prevede che i camici bianchi siano responsabili patrimonialmente della cosiddetta inappropriatezza.
Se questa idea, bizzarra e singolare, diventasse realtà i primi a subirne le conseguenze sarebbero i cittadini. Perché i “dottori” ridurrebbero drasticamente le prescrizioni, per timore di dover coprire il “sovrappiù” di tasca propria. I medici fanno bene a difendere la loro autonomia professionale. Ma devono essere più attenti e rigorosi sulle spese. Tuttavia se continuano ad avallare la bubbola che la medicina difensiva costa almeno dieci miliardi (cifra senza riscontro scientifico), è ovvio che poi siano chiamati a pagarne le conseguenze.
guglielmpepe@gmail.com
@pepe_guglielmo (twitter)
21 apr. 2015 – R.it Blog
Commenti:
purtroppo il fatto che gli informatori medico scientifici nel passato abbiamo “stimolato” l’abuso di farmaci, è un dato risaputo.
In realtà il problema è SE i medici hanno ancora la propria “coscienza” oltre alla propria “professionalità” ( che è stata ben ridimensionata rispetto ad una volta).
Io stesso mi sono trovato nella situazione di dover chiedere ad un medico chirurgo se aveva fatto il giuramento di Ippocrate o il giuramento dell’ipocrita … visto che, per “obbedire” ai protocolli aveva quasi ammazzato mio figlio …
Quindi anche nella categoria dei Medici, come in quella dei Magistrati, il problema principe è quello di recuperare la dignità professionale e soprattutto l’onestà intellettuale e pratica …
Il lassismo di “abbandonarsi” alla corrente è ciò che i politici italiani hanno indotto negli ultimi 40 anni di governo, favorendo la corruzione, il malaffare, la furbizia e mettendo ai vertici dei completi incompetenti per poterli controllare …
meno male che ci sono tanti bravi italiani che “sotto” il “comando” di perfetti inetti ed imbecilli riescono comunque a svolgere il proprio lavoro per gli altri … altrimenti SI che saremmo nelle peste …
Quindi i medici, come tanti altri “professionisti” “protetti” devono innanzitutto recuperare la loro “onestà” professionale … che quella, come insegnavano gli antichi romani, non c’è nessuna legge che riesce ad imporla … solo la CIVILTA’ di un popolo …
e quello italiano, partendo dagli alti vertici istituzionali e venendo in giù fino ai quadri dirigenti E’ UN POPOLO ESTREMAMENTE INCIVILE … meno male, ripeto, che tanti bravi cittadini riescono comunque a fare il loro lavoro ed il loro dovere … anche se tati altri non lo fanno …
L’ONESTA’ DOBBIAMO RECUPERARE … ed il senso civico …
Aldo
non sono in grado di quantizzare i costi della medicina difensiva,ma esiste ed è praticata dalla maggior parte dei medici in tutto il mondo occidentale..basta vedere la prescrizione di PPI come gatroprotettori a qualsiasi sogg. assuma corticosteroidi o FANS,per qualsiasi periodo,per rendersene conto..ed è una goccia…stretti tra paura di denuncia per omessi esami ed accertamenti e quella di prescrizione di esami inappropriati(chi lo decide,in quel contesto e per quel paziente?)si rischia la paralisi del SSN…
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Proposta totalmente inattuabile perchè il concetto stesso di appropriatezza è vago. Tuttavia la sua bizzarria denota la crescente disperazione degli amministratori, che non sanno più come far fronte ai costi crescenti della sanità in un contesto di crescita economica bloccata.
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marco l 23 aprile 2015 alle 09:39
a mio avviso le assurdità totali, figlie dei tempi moderni, sono due: è vero che l’informatore medico-scientifico in passato ha agito come gli dicevano di agire e cioè stimolando l’over prescription, ma è demenziale pensare di risolvere la questione commissariando TUTTA LA CLASSE MEDICA considerandola come delinquenza abituale. Per quel che riguarda il medico della mutua l’analisi statistica di cosa e quanto debba prescrivere in rapporto ai suoi mutuati è un altra aberrazione totale come se i malati di patologie diverse si distribuissero sul territorio secondo la media statistica occupando gli ambulatori per osmosi naturale.
La seconda assurdità è tentare di rimediare alle collusioni (che certamente sono esistite tra medici e industria farmaceutica ) cercando di non scontentare i potenti (Big Pharma e specialisti opinion leader a cui essa fa “visita” spesso ) e agendo specialmente sull’ultimo anello della catena che è il medico di base, chiamato per legge a rispettare budget decisi a tavolino.
Più d un medico mi dice che la progressiva perdita di professionalità medica e la burocratizzazione dell’arte di curare è stato un percorso annunciato che si è svolto con la piena inerzia del sindacato.
Problemi grossi affrontati in maniera superficiale da tutti gli attori, medici compresi sia ben chiaro spesso inerti per convenienza di fronte allo scippo della loro di dignità professionale.
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federica 23 aprile 2015 alle 13:47
Da ex informatrice scientifica dico che non ho mai visto medici scandalizzati per gli incentivi al risparmio…sulla pelle dei pazienti
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“Una vecchia professoressa di italiano insegnava: quando si è a corto di argomentazioni usate l’avverbio “ovviamente”, che non ha necessità di essere spiegato. Il Sig. Moro usa lo stesso criterio: È cosa risaputa, che gli ISF, nel passato, abbiano stimolato l’abuso di farmaci: questa affermazione è molto grave.
L’Informatore scientifico del farmaco, e lo abbiamo denunciato più volte in AIFA, in Commissione Sanità di Camera e Senato, al Ministero dello sviluppo economico, al Ministero della Salute, in ogni intervista sia di carta stampata sia televisiva, l’ISF – dicevo – ha sempre subito una inaccettabile pressione commerciale dalla propria azienda. Non per abusare, ma per favorire l’uso del proprio marchio nei confronti della concorrenza.
Pensare che per vincere la sfida l’ISF ricorresse a mezzi non legittimi significherebbe entrare in uno spazio pericoloso, dai contorni molto incerti di cui assumersi piena responsabilità. Usare un prodotto rispetto ad analogo concorrente di cui era ed è pieno il Prontuario Terapeutico, come giusto che sia in un libero mercato, non fa aumentare necessariamente i costi della spesa farmaceutica.
Siamo stanchi di subire aggressioni morali tese a trasferire una eventuale singola azione, in una apoteosi delinquenziale collettiva, che respingiamo con forza. Come dire, che per qualche episodio criminoso di carabinieri, tutta l’Arma debba essere considerata una associazione per delinquere. Pertanto desideriamo ritenere – al momento – queste parole probabilmente mal ponderate, sicuramente inesatte e che la comunità scientifica, se interpellata, sarebbe aliena dal condividere.Best regards
Fabio Carinci
Presidente Federazione delle Associazioni Informatori Scientifici del Farmaco
FEDAIISF (www.fedaiisf.it)marco l 30 aprile 2015 alle 14:18caro Carinci mi sembra mal ponderata anche la frase “Pensare che per vincere la sfida l’ISF ricorresse a mezzi non legittimi”
Il punto è che non ci dovrebbe essere nessuna sfida da vincere in sanità se non quella di riuscire a produrre il maggior numero di pazienti guariti al minor costo possibile di collerateralità avversa.
L’ISF è il rappresentante della tale azienda più che il veicolo di una corretta informazione medico-scientifica della cui bontà non è affatto in condizione di garantire.
Certo non possiamo imputargli colpe che non gli competono, ma lo stesso fatto che il vertice della federazione delle associazioni informatori considera una “competizione” l’ambito in cui gli eventuali associati si “muovono” non è un buon segno.
Ad ogni modo é piena you tube di ex informatori e vertici aziendali anche più elevati che raccontano in “cosa” consisteva il loro lavoro. Ovviamente (lo uso anche io l ‘ ovviamente) non è lecito fare di tutta l’erba un fascio.
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lansdale, attribuire dieci miliardi di sprechi alla medicina difensiva è una bubbola. Stamattina durante la conferenza stampa di alcuni sindacati medici, il segretario della Fimmg, Giacomo Milillo, ha parlato anche lui di “cinque, dieci, quindici miliardi, ma sono cifre sparate a caso”. Non voglio dire che non esiste questo problema, ma sono convinto che spesso sia una forzatura che serve a molti per giustificare le carenze strutturali del servizio pubblico.
Comunque i camici bianchi forse hanno vinto la loro battaglia ancora prima di combatterla, perché la proposta regionale sulla responsabilità patrimoniale è stata bocciata non solo dalla ministra Lorenzin, ma anche dalla Commissione Igiene e Sanità del Senato che stamattina ha espresso questo parere: “Si chiarisca altresì che ‘l’effettivo bisogno’ (di assistenza, ndr.) deve essere valutato solamente alla luce del criterio dell’appropriatezza che può essere riconducibile unicamente a responsabilità scientifico professionali e non certo patrimoniali del prescrittore”.
Adesso resta da vedere se alla Conferenza Stato-Regioni ritireranno questa proposta. Che, tra l’altro, è impraticabile. Per esempio, come si fa a stabilire per un malato cronico un’appropriatezza totale?