Cari amici e colleghi
in questi giorni è in continuo susseguirsi di notizie di tagli occupazionali, di fusioni più o meno tali, di cessioni di personale mascherate da cessioni di rami di azienda, insomma per farla breve anche il più disattento di noi si accorge di un settore in forte ebollizione ed allo sbando.
Per capire e forse motivare le dissennate scelte delle industrie farmaceutiche non basterebbe neanche un indovino o un geniaccio alla Einstein, e quindi senza voler essere una cassandra portatrice di verità mi limiterò a condividere con voi alcuni aspetti.
– Molte aziende tagliano sul personale esterno e su quello addetto alla ricerca, depauperando di fatto l’azienda delle sue forze migliori e del suo futuro ed aumentando gli investimenti in IT (information Tecnology) e di Marketing sul medico
– La targhettizazzione esasperata accompagnata dal Profiling ha di fatto creato ulteriori sconquassi al sistema salute. Riducendo il numero dei medici e cercando di conoscere di esso tutti i vari aspetti si è persa di vista la vera essenza del rapporto fra medico,informatore scientifico,farmaco e paziente.
– Il vedere il mercato farmaceutico come un mercato qualsiasi sta di fatto portando alla rovina un sistema basato sulla salute e non sul profitto.
– I saliscendi borsistici delle azioni delle major farmaceutiche sono oramai funzione degli annunci aziendali piuttosto che di fatti specifici. Il settore ha cessato di “scoprire” nuovi farmaci, è alla frutta e sta raschiando il barile prima della fine tristemente annunciata.
Ma veramente i manager del nostro settore pensano in futuro di essere indispensabili? In un settore che sempre più tende al commerciale “vero”, quali particolari appeal possono avere questi signori che per anni hanno vissuto un periodo di vacche grasse senza alcun vero merito personale ?
Chi li metterebbe alla guida di una azienda in un mercato non protetto se finora hanno dimostrato di essere degli incapaci in un mercato invece più che protetto ed agevolato ? Li vedreste voi i nostri manager, capi e capetti in un settore di beni di largo consumo ? Non durerebbero neanche un giorno, figuriamoci in confronto con chi ha davvero attributi e competenze.
Penso di essere stato chiaro, forse fin troppo. Ora tocca a noi poveri creduloni a pagare lo scotto delle incapacità imprenditoriali del settore, ma la fine del management farmaceutico non è poi così lontana. Basterebbe vedere con chiarezza qualche pochezza regna nel management del settore per cercare di ricostruire la nostra dignità di lavoratori e anziché “idolatrare” tali signori cerchiamo di riprenderci il nostro ruolo professionale e la nostra dignità umana e lavorativa.
Umberto Alderisi
20.02.2010
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