LA MANIFESTAZIONE. Sono arrivati da ogni regione per chiedere la dismissione dell’allevamento di beagle destinati alla vivisezione. Tanta gente, zero tensione
Blitz a colpi di vernice spray contro l’abitazione del commercialista dell’azienda del gruppo Marshall La Digos è risalita ai responsabili
Se i numeri fanno la differenza, il grande corteo che ieri a Montichiari ha detto nuovamente «basta» allo sfruttamento degli animali nella vivisezione e nella sperimentazione farmaceutica ha segnato un punto a favore della causa. Erano infatti oltre quattromila (fonte questura) le persone arrivate con pullman, furgoni e automobili per urlare la loro rabbia contro «Green Hill», il sindaco di Montichiari e la «Marshall», la società americana proprietaria dell’allevamento di cani beagle destinati alla vivisezione. Tantissime persone che hanno dato vita a un corteo pacifico ma non per questo poco determinato. Anche grazie all’opera di prevenzione della questura che ha «investito» ottanta agenti nell’ordine pubblico, la manifestazione si è svolta senza tensioni. Da registrare il raid a colpi di vernice spray contro la casa del commercialista della Green Hill, imbrattata con la scritta «Assassino!». Gli animalisti hanno anche deposto delle bare in miniatura con l’effige di un cane. La Digos ha già identificato i responsabili del blitz che rischiano una denuncia per danneggiamento. Un pugno di attivisti si è poi staccato dal corteo cercando di raggiungere l’allevamento sul colle di San Zeno, ma di fronte al cordone di forze dell’ordine poste a presidio della Green Hill, ha desistito all’irruzione. Altro momento di tensione, se così si può dire, si è registrato all’arrivo dell’ex ministro al Turismo Michela Brambilla che, dopo aver annunciato il suo forfait, ha invece partecipato al corteo. La parlamentare del Pdl è stata accolta con fischi e insulti ma anche da applausi e incitazioni a proseguire la sua battaglia giudiziaria avviata con un esposto alla procura contro la Green Hill. Alle 14.30 i piazzali del Palageorge erano già gremiti di persone arrivate da Lombardia, Veneto, Emilia, Toscana e Lazio. Dopo l’improvvisato comizio dei responsabili del coordinamento «Fermare Green Hill», il lungo corteo si è mosso verso le 16, all’arrivo cioè dell’ultimo pullman degli attivisti piemontesi in ritardo a causa della nebbia. Sotto la sorveglianza di un incisivo servizio d’ordine formato da agenti della questura, carabinieri e fiamme gialle, l’imponente serpentone, punteggiato da centinaia di striscioni e naturalmente scortato da molti cani, anticipato dal furgone nero del coordinamento con gli altoparlanti a tutto volume, si è diretto verso viale Europa ed ha imboccato poi via Brescia dirigendosi verso il centro. Un imprevisto sul percorso si è poi verificato all’incrocio tra le vie Brescia e Mazzoldi, all’altezza del quale il corteo, invece di imboccare via Pietro Zocchi Alberti, che avrebbe portato i manifestanti verso la scuola media, ha girato per via Mazzoldi entrando in centro, dirigendosi verso piazza Santa Maria. Qui sono state tolte le catene che impediscono l’ingresso nella piazza del Duomo e, spiazzando