Nonostante si stia vivendo il ventunesimo secolo, tra progetti di discesa su Marte, farmaci di nuova generazione, l’elettronica, che ci regala momenti di magia pratica abbiamo però ripristinato, nel lavoro, leggi risalenti a due secoli fa.
Mi riferisco al controllo a distanza dei lavoratori, all’annullamento -di fatto- delle conquiste sindacali, alla liceità ignobile del pedinamento.
Tutto questo sabotaggio di diritti è passato senza commenti della triade sindacale, tanto da fare pensare a motivazioni a noi non conosciute, ma certo non in linea con i desiderata dei lavoratori.
Ben altri atteggiamenti in altre occasioni, con altri governi (sarà un caso?) quando centinaia di pullman gran turismo, provenienti da ogni parte di Italia convergevano su Roma per protestare.
Forse, il credo politico non velava, come oggi, queste violenze incredibili passate sotto un assordante silenzio.
Le nostre aziende, per effetto di eventuali pedinamenti possono venire in possesso, pure senza poterli utilizzare, di nostri dati sensibili: relazioni affettive, aspetti amorosi, atti medici personali e familiari, frequentazione di personaggi politici, relazioni extra coniugali, indirizzi etero oppure omosessuali, forse anche conversazioni personali.
Tenendo, naturalmente, bene presente che l’ISF non ha un orario di lavoro prestabilito, ma deve garantire le ore settimanali, contrattualmente pattuite secondo la logica della fiducia e dell’essere un buon padre di famiglia. come dettato del codice civile.
Chiediamo, intanto, alle istituzioni il criterio della reciprocità delle informazioni, come atto necessario in nome delle pari opportunità.
In attesa di questa riconosciuta e legittimata reciprocità, che oggi tende ad un disequilibrio strutturale e normativo preoccupante, intendendo per essa la impossibilità di pedinare chi ci fa pedinare invito tutti i colleghi ad essere estremamente vigili.
Il pedinatore non troppo sofisticato si riconosce facilmente: ma occorre essere attenti.
Sarà facile individuare, anche magari con l’aiuto di un familiare, eventuali pedinatori motorizzati: memorizzate modelli di auto, targhe, altro.
Fermate improvvise e ripartenze, conversioni ad U laddove possibili, osservazione delle persone in attesa.
Insomma, senza entrare troppo nei dettagli siate attenti in ogni momento: non rilassatevi.
Acquistate con pochi euro strumenti elettronici di geolocalizzazione e dotatevi, sempre con pochi euro, di strumenti per la verifica di eventuali microspie.
Massima attenzione all’uso del telefono anche personale e, se individuate un intruso che vi pedina chiamate immediatamente i carabinieri.
Non può mai essere escluso un reato di molestie, verificabile solo dalle forze di polizia.
Sarà naturalmente solo il primo monito.
L’unica cosa da non fare è soddisfare il proprio slancio e desiderio di farsi giustizia da soli.
Siamo ancora, fino a prova contraria, in uno Stato di diritto.
Cav. Uff. Fabio Carinci
ARISF – Pescara – Federata Fedaiisf
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