U94, proteina prodotta da herpesvirus umano 6 (responsabile della Sesta Malattia), è stata trovata capace di inibire la migrazione, l’invasività e la proliferazione di cellule endoteliali vascolari (ECS). A causa della sua potente attività anti-migratoria, si è testato la capacità di U94 di interferire con le singole fasi della cascata metastatica. E’ stata esaminata l’attività biologica di U94 sulla linea di cellule di cancro al seno umano MDA-MB 231, come un modello di cellula tumorale altamente aggressivo. L’espressione di U94 inibisce fortemente la migrazione cellulare, l’invasività e la clonogenicità.
E’ stata osservata anche la capacità di U94 di modificare la morfologia delle cellule tumorali inducendo una transizione parziale “mesenchymal-to-epithelial”. E’ stato mostrata la capacità di U94 di controllare la crescita tumorale, l’invasività e le metastasi, così come l’angiogenesi “tumorale-driven”. L’attività antitumorale U94 è stata confermata anche sulla linea cellulare del cancro cervicale umano HeLa. La capacità di U94 di inibire la crescita delle cellule, l’invasività e le metastasi apre la strada ad un promettente campo di ricerca finalizzata a sviluppare nuovi approcci terapeutici per il trattamento del tumore e le metastasi del cancro. (da Abstact)
Coordinatore del gruppo di ricerca il Prof. Arnaldo Caruso, ordinario di Microbiologia all’Ateneo di Brescia. In un’intervista il Prof. Caruso afferma che U94 è capace di trasformare una cellula tumorale maligna in una più benigna e meno invasiva e contemporaneamente non si formano vasi sanguigni che apportano nutrimento e la fuga metastatica del tumore.
I risultati, continua il Prof. Caruso, ci sono tutti per poter utilizzare U94 come farmaco antitumorale. Si tratta di trovare il vettore da utilizzare per ottenere la massima potenzialità curativa.
Quando si affrontano temi così importanti come la cura dei tumori, conclude il Prof. Caruso, il nostro atteggiamento è non brevettare per permettere a tutti di sviluppare il miglior farmaco nel più breve tempo possibile.
Con il gruppo del Prof. Caruso, hanno partecipato alla ricerca l’Istituto di Virologia dell’Università di Zurigo e il Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università di Ferrara.
Mai la merce curerà l’uomo (e figuriamoci se lo farà lo stato)