Conto alla rovescia per intesa sui tagli. Da Cottarelli ennesimo attacco a sanità
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Articolo pubblicato il: 30/05/2015 – adnkronos
di Francesco Maggi
“Nel passaggio dedicato all’Nhs, la Regina Elisabetta ha perso una grande occasione – spiega Ricciardi – una sensazione che mi è stata confermata anche da molti colleghi inglesi. Pur accennando con una dichiarazione d’intenti a futuri investimenti e rilanci dell’Nhs, la volontà è un’altra e il vero nodo è la sostenibilità del sistema. I medici – sottolinea l’esperto – sono preoccupati che nei prossimi 5 anni ci saranno tagli e ridimensionamenti operative. Già oggi in Inghilterra ci sono liste d’attesa per accedere dal medico di famiglia che arrivano ad una settimana”.
Il sistema sanitario universale è rappresentato in Ue dall’Italia, dal Regno Unito e dalla Spagna. Le tasse servono per finanziare l’assistenza sanitaria in base a un unico principio, graduato secondo le possibilità contributive di ciascuno. Poi c’è un modello intermedio ‘alla francese’. I cittadini d’Oltralpe scelgono il medico e pagano di tasca propria le cure, per poi ricevere un rimborso dallo Stato per una quota fissa. In Germania e Olanda predominano le assicurazioni. “La Francia sta affrontando una crisi economica molto forte – ricorda Ricciardi – e sta riflettendo su come integrare il suo modello basato in parte sulle assicurazioni con altre formule. In Spagna la situazione della sanità è grave, sono state bloccate alcune riforme e si chiudono molti ospedali. Secondo Ricciardi “viste queste situazioni di crisi ci sono molti elementi che mi fanno essere ottimista sul futuro del Ssn. In Italia – osserva l’esperto – c’è una discussione molto positiva tra i vari soggetti interessati, ma nessuno anche in Parlamento si sogna di mettere in dubbio l’universalità e il valore pubblico della sanità italiana”.
La regina Elisabetta in un passaggio del ‘Queen’s Speech’ (il tradizionale discorso con il quale ha illustrato al nuovo Parlamento, riunito nella Camera dei Lord) ha parlato di un programma di 5 anni per il National health service (Nhs), con investimenti e la volontà di garantire l’assistenza sanitaria in ospedale 7 giorni su 7. “Sono dichiarazioni d’intenti – osserva Ricciardi – ma per farlo servono molti più fondi di quelli promessi da Cameron in campagna elettorale”.
Un posizione confermata all’Adnkronos Salute anche dal Royal College of Physicians, che pur apprezzando le promesse del nuovo Governo sottolinea la necessità di “maggiori risorse e più personale sanitario se si vuole puntare su una sanità attiva 7 giorni su 7. Molti medici – avverte il Royal College of Physicians – già lavorano la sera e nei fine settimana per prendersi cura dei pazienti molto malati, ma non sempre hanno a disposizione i servizi di diagnostica e di analisi in quei giorni”.
Dubbi sulla sostenibilità dei sistemi sanitari in Europa sono stati avanzati anche dall’European Steering Group (Esg) on Sustainable Healthcare nel Libro Bianco presentato lo scorso marzo a Bruxelles, con 18 raccomandazioni rivolte alle istituzioni, sia europee che nazionali, per sistemi sanitari più sostenibili. La colpa di questa crisi – secondo gli esperti – è riconducibile all’effetto combinato di invecchiamento della popolazione (il 37% degli europei avrà più di 60 anni entro il 2050), l’aumento delle malattie croniche e pressanti vincoli di bilancio, la sfida è quella di prestare una maggiore e migliore assistenza con risorse ridotte.
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“Nel Patto per la salute – conclude Ricciardi – ci sono le premesse per il rilancio e il consolidamento della sanità italiana, è quello infatti lo strumento per puntare a mantenere un sistema universalistico e solidaristico. Tutti i soggetti interessati sono orientati ad offrire a tutti i cittadini le migliori cure possibili, senza negare a nessuno l’accesso alla cure, come prevede la nostra Costituzione”
Conto alla rovescia per intesa sui tagli. Da Cottarelli ennesimo attacco a sanità
E intanto, dal Festival dell’Economia di Trento, l’ex commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, torna a parlare di revisione della spesa e a ribadire che tra i primi capitoli da colpire ci sono, dopo le pensioni, su cui il premier Matteo Renzi ha più volte detto di non voler intervenire, sanità e personale. Dopo le operazioni di voto, da Sergio Chiamparino, presidente della Conferenza delle Regioni, sono arrivate le congratulazioni ai presidenti delle Regioni eletti: «Spero di poter incontrare presto i Presidenti delle Regioni che i cittadini hanno scelto con il voto del 31 maggio.
Ci attende un lavoro importante nella Conferenza delle Regioni e in generale nel rapporto con il Governo e con il Parlamento. Un impegno che ha bisogno del concorso di tutti i Presidenti delle Regioni». Certamente le tematiche sul tappeto sono molte, ma chi è del settore non può non pensare alla sanità e ai tagli che Regioni e Governo devono ancora declinare in una intesa condivisa. Con una tempistica che fa dubitare di avere a disposizione, per la loro attuazione, metà anno.
E con una sanità che continua a essere nel mirino, in particolare, ma la cosa non è nuova, dell’ex commissario alla spending review, Carlo Cottarelli – ex, ma pur sempre un’autorità – che dal festival dell’economia di Trento sembra quasi rimproverare il Governo di non aver ancora agito là dove c’era più bisogno: pensioni in primis, ma poi sanità e personale.
E in particolare secondo Cottarelli la sanità sarebbe l’area dove è stato tagliato di meno: occorre sfatare le leggende metropolitane, riportano alcune agenzie, per esempio, «si dice che ci hanno rimesso di più pensioni e sanità, che invece sono le aree meno tagliate». Con buona pace di chi i tagli di questi ultimi anni, cittadini in primis, ma non solo, li ha vissuti sulla sua pelle.