At the sectoral level, growing orders are recorded for pharmaceuticals (+2.2). The general data, however, indicates, the worst drop since October 2013.
di Carlo Andrea Finotto – 22 settembre 2014 – The sun24 HOURS
Giù il fatturato e anche gli ordinativi dell’industria. Come dire: va male il presente ma non andrà molto meglio nei prossimi mesi, visto che il fatturato registra lo stato dell’arte e gli ordinativi sono, per così dire, il fieno che entrerà in cascina tra un po’.
Gli ordini sono scesi a luglio dell’1,5% congiunturale (indice destagionalizzato) e dello 0,7% tendenziale (indice grezzo). Il fatturato è sceso dell’1% congiunturale e dell’1,3% su anno, il peggior ribasso da ottobre 2013. Lo communicates Istat. In seven months, according to raw data, orders have marked +1.7% and turnover +0.1%.
Tornando a luglio, non bene neppure la componente estera dei ricavi, che a livello congiunturale cala dell’1,4% contro il -0,9% della componente intera; mentre a livello tendenziale si registra un risicato +0,5% (-2,2% i ricavi interni). Per gli ordinativi, regno incontrastato, come detto, del segno “meno”, a livello congiunturale trainato in basso proprio dalle commesse da oltreconfine (-2,1% contro il -0,9% di quelle interne), mentre a livello tendenziale le due componenti hanno cali più contenuti: -0,5% gli ordini esteri e -0,8% quelli interni.
La prevalenza dei segni meno non sono una novità. I dati diffusi oggi seguono quelli rilasciati ormai due mesi fa, a fine luglio, quando le rilevazioni evidenziavano che a maggio il fatturato era sceso dell’1% su aprile e cresciuto dello 0,1% sul maggio 2013. Pure peggio era andata con gli ordinativi, i quali erano crollati del 2,1% su aprile e del 2,5% su maggio 2013.
Due sono le principali fonti di preoccupazione di fronte ai dati diffusi dall’Istat: da un lato il progressivo peggioramento delle performance oltreconfine delle nostre imprese: l’export e l’internazionalizzazione sono stati fino a pochi mesi fa la vera e forse unica ancora di salvezza del manifatturiero italiano. Ora sembra che in alcuni casi anche questa stia dando segni di cedimento, mentre non si intravedono ancora segnali confortanti sul fronte del mercato interno. L’altro aspetto, strettamente legato ma più “particolare”, riguarda il settore dei macchinari, una delle punte d’eccellenza dell’industria made in Italy, in grado di competere ad armi pari con la Germania cui contende la leadership mondiale, ma che ultimamente sta segnando il passo e registrando inquietanti indicatori negativi.
La diffusione del dato sul Pil prevista alle 11 subira’ un ritardo a causa della protesta dei lavoratori precari dell’Istat che in questo momento hanno occupato la sala stampa dell’istituto, dove i giornalisti attendevano il briefing sulla relativa indagine statistica.