Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-03855
Pubblicato il 16 luglio 2020, nella seduta n. 241
LANNUTTI , CROATTI , PRESUTTO , FERRARA , MONTEVECCHI , PESCO , TRENTACOSTE – Ai Ministri della salute e dello sviluppo economico. –
Given that:
“Big Pharma” è il termine usato per indicare il cartello composto dalle principali case farmaceutiche mondiali, tra cui figurano anche aziende italiane. Cartello che esercita pressioni sulla politica nazionale e internazionale grazie a potentissime lobby;
sul “British Medical Journal” si è potuto leggere: «La giurisdizione dell’industria sull’Ema è uno dei più grandi conflitti di interessi che si possano immaginare. In questo modo, l’industria regola l’autorizzazione dei suoi stessi prodotti»;
la Nordic Cochrane Foundation è un’organizzazione indipendente e senza scopo di lucro formata da trentasettemila ricercatori di centotrenta Paesi. Quando nel 2016 l’Agenzia del farmaco si espresse sul vaccino per il “papilloma virus” (la cui spesa globale annuale si aggirava intorno ai venticinque miliardi di euro) Cochrane si espresse duramente contro l’Ema, accusandola di «aver manipolato gli studi sulla sicurezza del vaccino per il papilloma virus, divulgando alcuni dati marginali e omettendo di riportare una serie di presunti effetti collaterali importanti». E ancora: «È inaccettabile che nella sua relazione ufficiale non chiarisca che ha permesso alle compagnie farmaceutiche di essere giudici di sé stesse», aggiunse Cochrane;
inoltre, a quanto risulta all’interrogante:
per “Big Pharma” non è sufficiente fare pressione sul medico di turno, convincendolo a suon di doni a prescrivere la molecola ics o la molecola ipsilon, la lobby del farmaco è alla costante ricerca di personaggi noti e influenti (i cosiddetti “influencer”) che possano condizionare le scelte dei loro colleghi, secondo quanto descritto in “Protocollo contagio”. Ha rivelato a Jacky Law, un alto funzionario di una casa farmaceutica in forma anonima: «Ci sono i consulenti, gli opinion leader, i testimonial, poi c’è la vergogna più grande, quella dei ghost writer. Si tratta di medici o ricercatori pagati dall’industria per stilare un lavoro scientifico che sarà poi sottoposto a una rivista scientifica importante. Il lavoro non sarà firmato da loro, perché lo dovrà fare quello che viene chiamato “guest author”; il barone noto al mondo accademico, che non ha scritto il protocollo della ricerca, non ha partecipato alla raccolta dei dati e all’elaborazione e spesso non ne sa proprio nulla in merito, ma alla fine per fama e soldi lo firma spacciandosi per il vero autore. Un meccanismo perverso e pericoloso. Perché così facendo di fatto è l’industria a decidere le future figure apicali in campo medico, coloro che dirigeranno le strutture complesse di ospedali e università. E poi saranno questi personaggi, una volta arrivati in cima, a favorire i prodotti delle stesse industrie e a favorire le politiche sanitarie desiderate da Big Pharma»,
se i Ministri in indirizzo siano al corrente dei fatti descritti;
se ritengano utile intervenire in sede di Agenzia europea del farmaco per contribuire a mettere fine allo strapotere di “Big Pharma”;
se non ritengano di dover avviare una riforma dell’EMA, che riduca se non addirittura elimini i finanziamenti privati in modo da limitare quanto più possibile l’influenza che questi esercitano sulle decisioni dell’Agenzia europea;
se vogliano introdurre delle norme che impediscano alle case farmaceutiche di finanziare la formazione dei medici e l’utilizzo di medici per promuovere i farmaci;
se intendano vietare la pratica del ghost writing nelle ricerche scientifiche;
se ritengano giusto limitare la pratica di lobbying delle case farmaceutiche e, in caso positivo, se vogliano agire verso tale direzione.
Senato della Repubblica – 16 luglio 2020