«Considerando gli altissimi costi per arrivare alla messa a punto dei nuovi farmaci» ha detto Pecorelli «credo che le aziende farmaceutiche debbano fare sempre di più un business etico, e cosa c’è di più etico che investire in un nuovo farmaco?». Per i farmaci oncologici, ha ricordato Pecorelli, «nei primi 9 mesi del 2014 sono stati spesi oltre 3 miliardi di euro, pari a 48 euro procapite, con un aumento del 9,7%. Quella dei medicinali per il cancro è una problematica importantissima per tutti gli enti regolatori del mondo.
Ora l’Agenzia europea dei medicinali ci annuncia che sono in arrivo 21 nuovi farmaci, con costi elevati, di decine di migliaia di euro a paziente. Il sistema va riformato». E ha aggiunto: «Il punto principale è il criterio con cui decidiamo quanto un farmaco è innovativo, cosa che va fatta in collaborazione con le società scientifiche». Dal canto suo, Carmine Pinto presidente dell’Aiom, ha ribadito che «è necessario avere un Fondo unico nazionale per i farmaci innovativi oncologi in arrivo a breve, a partire dai nuovi medicinali immunoncologici, superando le criticità legate ai prontuari regionali.
Il fondo» ha precisato «è stato utilizzato in gran parte per l’accesso ai nuovi farmaci per l’Epatite C». Per un’ottimizzazione dell’uso delle risorse, Pinto ha avanzato anche delle proposte precise: «Gli studi che portano all’approvazione e all’immissione in commercio di un nuovo farmaco devono avere degli obiettivi consistenti, devono essere basati su una migliore selezione dei pazienti e va migliorata la valutazione del rapporto costo/beneficio che un nuovo farmaco comporta. Inoltre» conclude «si potrebbero utilizzare i Registri oncologici dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa per fare una valutazione sul costo ed efficacia dei farmaci, con una scadenza che sia al massimo triennale».