Accade che per la prima volta ,dopo vari ,numerosi tentativi- ahimè infruttuosi-la categoria degli informatori scientifici del farmaco e parafarmaco sembra abbia ottenuto il riconoscimento da parte delle istituzioni.
In che modo ?Sono stati inseriti tra le categorie di coloro i quali rientrano tra i destinatari del Piano strategico per la vaccinazione anti -Sars-CoV-2 /COVID-19 elaborato da Ministero della Salute ,Commissario Straordinario per l’Emergenza ,Istituto Superiore di Sanità ,Agenas e Aifa..
Tra i punti del Piano rientra l’individuazione “delle categorie da vaccinare con priorità nella fase iniziale a limitata disponibilità dei vaccini: operatori sanitari e sociosanitari, residenti e personale delle Rsa per anziani”.
E gli informatori sono stati inseriti in tale lista, per la funzione svolta e per i luoghi all’interno dei quali effettuano tale attività, in quanto in prima linea e perché particolarmente esposti al rischio di contagio da Covid19 .
Certo occorre comprendere quali siano gli informatori che rientrano in tale lista considerato che non tutte le Aziende hanno inviato il file completo con tutti i propri collaboratori impedendo così, di fatto, la disomogeneità tra chi rientra de jure e chi invece non risulta privilegiato dal proprio contratto.
Le Aziende che non hanno comunicato alle Asl di appartenenza i nominativi ostacolano – e di non poco – il regolare decorso della vaccinazione in quanto sottopongono i propri lavoratori al rischio elevato di contagiare ed essere contagiati pur avendo la possibilità di usufruire di tale strumento.
E’ necessario,tra gli altri requisiti che il contratto sia in essere all’atto della comunicazione alle strutture affinché si possa usufruire di tale beneficio.
Sarebbe un’ottima occasione, anche per molte piccole Aziende, di qualificare la propria struttura per il tramite dell’importanza attribuita alla categoria degli informatori scientifici del farmaco e del parafarmaco che offrono la loro approfondita informazione .
Il lavoro degli informatori in seguito al lockdown ha subito un drastico stravolgimento delle modalità di svolgimento in quanto pur essendo stata da sempre svolta face to face si e’ ritrovata a dover fare i conti con le connessioni da remoto ,dando vita a un’attività del tutto diversa da quelle originaria ,anaffettiva e gelida come solo uno schermo di un computer puo’ essere .
Ecco perché la battaglia affinché vengano vaccinati gli informatori e’ viva !
E’ necessario un ritorno alla normalità di tali professionisti, sequestrati ormai da mesi e desiderosi di ritornare in una sala d’aspetto di un ambulatorio, del medico famigli, del pediatra ,del ginecologo affinché possano ancora una volta esprimere mediante l’informazione – fatta col cuore – le caratteristiche dei prodotti da prescrivere a noi pazienti finali .
Chiaramente le Aziende sono obbligate, per rispetto della sanità pubblica, a comunicare la lista alle ASL (che stiamo già monitorando ) e qualora non dovessero adeguarsi a questa normativa ci sarà un fortissimo conflitto e una denuncia affinché venga tutelato il diritto alla salute degli informatori .
Avv Maria Rosaria Pace
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