La Società Abbott ha formalmente aperto la mobilità il 1° agosto per 71 esuberi (di cui 30 sul sito di Milano e i restanti 41 sul sito di Campoverde di Latina).
Comunicato Stampa | set 09, 2014 | h24notizie
L’obbiettivo dichiarato della due giorni di confronto era trovare una sintesi, sotto forma di un auspicabile Accordo condiviso, tra l’esigenza aziendale di una ennesima nuova organizzazione che, attraverso semplificazioni, accorpamenti gestionali e terziarizzazioni di servizi, colga nuove opportunità di mercato e gli obbiettivi sindacali di tutela dei diritti e tenuta occupazionale.
In soldoni, tale nuova struttura societaria, avrà delle ricadute rilevanti sia dal punto di vista del tessuto industriale nostrano (in seguito all’abbandono di Abbott della nostra Provincia) che produttivo (in quanto il passaggio di brevetti da Abbott a Mylan aprirà scenari a tutt’oggi ignoti, ma comunque, potenzialmente preoccupanti).
“Con la contestuale finalità di limitare quanto possibile l’impatto sociale e calmierare ogni legittima fibrillazione tra i lavoratori direttamente coinvolti, si è provveduto ad individuare alcuni punti fermi, che domani saranno oggetto di confronto in una assemblea unitariamente richiesta, costituenti l’ossatura dell’eventuale Accordo stesso”, introduce Walter Cassoni neo segretario generale della Filctem-Cgil di Latina.
“Mentre per quanto attiene il contenuto normativo (metodologia e criteri da adottare per la individuazione degli esuberi) l’intesa è totale, sulla parte economica, pur avendo raggiunto un dignitoso punto di incontro, permangono ancora distanze per noi niente affatto irrilevanti” commenta Cassoni.
“Pur riconoscendo l’attenzione che Abbott (nella persona del Dott. Zangara) ha sempre palesato sui temi dell’etica e del welfare sociale – continua Cassoni – chiediamo comunque di valutare con maggior attenzione l’aspetto psicologico di chi, al di là degli interessi trans-nazionali delle multinazionali che seguono sempre logiche di una maggiore remunerazione per gli azionisti, aveva tarato la propria esistenza su logiche infinitamente più concrete e condivisibili”.
“La scelta di Abbott, legittima ma unilaterale, di abbandonare definitivamente il nostro territorio (oltre che la produzione di farmaci a livello nazionale) dovrà gioco forza rappresentare una ineludibile responsabilità per chi, comunque, si è visto garantire negli anni innegabili privilegi economici – legislativi derivanti da una mera ubicazione geografica-territoriale”, conclude Cassoni.
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