Con un ritardo du un paio di mesi rispetto alle previsioni, il 16 dicembre, dovrebbe partire la sperimentazione dei PIR (Punti Intervento Rapido) in alcuni presidi dell’Asl Toscana centro. Cosa sono i Pir?
Lo sviluppo complessivo della riorganizzazione del servizio di CA condiviso con la Medicina Generale e con i territori ha consentito di liberare ore medico da reimpiegare, come previsto anche nel nuovo ACN 2019-201, in attività di continuità medica presso ambulatori di continuità assistenziale diurna (PIR) nelle Case della Comunità ricorrendo all’impiego di medici attualmente a rapporto orario. I medici che garantiranno i turni nei PIR, che hanno partecipato
alla prevista formazione specifica, sono stati individuati attraverso un bando di selezione.
I PIR territoriali si configurano come attività ambulatoriali che garantiscono l’accessibilità, la tempestività delle cure e la continuità dei percorsi assistenziali ai cittadini che necessitino di cure per urgenze differibili di bassa complessità.
Operano in raccordo con il Medico di famiglia e si avvalgono della collaborazione di COT (Centrali Operative Territoriali) ai fini della continuità della presa in cura.
Sulla base dell’analisi del contesto e delle premesse prodotte dagli atti di indirizzo regionali, tenuto conto della finalità sperimentale delle progettualità e quindi dell’opportunità di testare diverse tipologie di funzionalità del servizio, l’Azienda Usl Toscana Centro individua sperimentalmente 3 tipologie di P.I.R. :
- P.I.R tipo A (Ambulatori AFT, aggregazioni funzionali territoriali, per Urgenza Minori): attivi in Case della Comunità HUB o SPOKE in contesti territoriali urbani ad alta densità abitativa mediante accesso filtrato dal Mmg / Aft dell’assistito e/o indirizzati dopo contatto con il 116/117;
- P.I.R. tipo B (Ambulatori territoriali per Urgenze Minori) Attivi preferenzialmente in presidi sanitari territoriali in contesti a medio/bassa densità abitativa e minor offerta di prossimità di servizi territoriali e a maggior rischio di carenza di MMG: accesso diretto o mediato dal MMG e 116\117;
- P.I.R. tipo H (Ambulatori Bassa Complessità) Attivi in prossimità di Pronti Soccorso ad elevata numerosità di accessi di codici minori: accesso mediante orientamento del paziente presso ambulatorio PIR da parte dell’Infermiere Triage.
Nei PIR tipo A il cittadino inviato accede con un appuntamento fissato dal medico su agenda di prenotazione PIR.
Nei PIR tipo B e tipo H al momento dell’accesso l’infermiere del PIR effettua una prima valutazione dei pazienti in attesa e procede all’intervista dei pazienti secondo l’ordine di accesso per valutare le problematiche che hanno motivato l’accesso.
Il paziente accede così alla valutazione clinica assistenziale nell’ambulatorio, medico-infermieristica.
Per ciascun PIR è individuato:
1. un referente organizzativo nominato dal Direttore del Dipartimento Rete Sanitaria Territoriale Cure Primarie.
2. un medico referente funzionale e professionale, individuato dal Direttore del Dipartimento
La sperimentazione di sei mesi, nel progetto dell’Asl Toscana centro, partirà a Firenze nella casa della salute delle Piagge e vicino al pronto soccorso dell’ospedale di Torregalli, all’ospedale Serristori di Figline Valdarno, a Prato è ancora da decidere se al centro ambulatoriale della Misericordia o al centro sociosanitario Roberto Giovannini, a Pistoia nell’ex ospedale del Ceppo e a Empoli nella casa della salute di Sovigliana.
Dopo il periodo di sperimentazione il numero di Punti di intervento rapido, se saranno promossi, aumenterà: ne sarà realizzato uno per ogni zona distretto, nelle case di comunità, uno ogni Aft (Aggregazioni funzionali territoriali) che sono raggruppamenti funzionali, monoprofessionali, di medici di medicina generale.
L’idea dei Pir era nata in seno al gruppo di lavoro regionale, ragionando sulla strada tracciata dall’Emilia Romagna che nel luglio dello scorso anno ha varato la riforma del sistema di emergenza urgenza, facendo nascere i Cau. I centri di assistenza e urgenza attivi 7 giorni su 7, 24 ore al giorno in strutture che coprono un bacino d’utenza tra i 35 e i 75mila abitanti. Sorte nelle case della comunità.
Liberamente ispirato da “La Nazione” QN del 14 novembre
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