C’è anche un ragazzo giovane, con giacca cravatta e scarpe da ginnasta. Ce l’ha scritto in fronte che è un rappresentante di medicinali e, infatti, tutti lo guardano con ostilità.
Of ALDO VARANO – Venerdì, 09 Ottobre 2015 – zoomsud.it
Giovanni, piuttosto giovane, è venuto per le medicine della madre (che ha subito due operazioni importanti) e s’è portato dietro il suo amico cronista perché verifichi con gli occhi e le orecchie quel che gli ha raccontato.
In sintesi: secondo Giovanni in Calabria e a Reggio (non sa altrove) è stato sospeso il servizio sanitario nazionale. I medici non hanno più i ricettari che devono obbligatoriamente utilizzare per segnare le medicine. Possono visitare il paziente ma le medicine per farlo guarire, ciccia.
Quando entriamo il medico allarga le braccia e mette le mani avanti: “Posso fare solo una ricetta. Per cose importanti. Una sola”. Giovanni fa il finto tonto e gli chiede con stupore perché. Il medico della mutua lo guarda male: “Ma non te l’avevo già detto l’altro giorno? Non abbiamo le ricette, i foglietti ufficiali, su cui segnare le medicine. Devo centellinare. E’ dalle 8 e mezza che lo spiego. Mi dicono: Come faccio? E io: E io come faccio se non le ho? Gli telefonino alla Regione. A Oliverio. Vadano a casa sua o dell’inviato di Roma. O che ne so. E lui?”, indica il cronista.
Giovanni gli dice che sono un suo amico fidato. E butta lì: “Giornalista”.
Si ferma un attimo allarga le braccia e guarda Giovanni, che gli dice: “I farmaci per mia madre”. E lui: “E’ una parola. Ti posso, eccezionalmente, perché so cos’ha, dare due ricette”. Giovanni insiste: “E come si fa?”. “Come si fa? come si fa?”. Pausa. “Vai in farmacia e ti fai dare i medicinali di tua madre. Mica puoi lasciarla senza. Loro le medicine te le danno o sennò vai da un altro farmacista: paghi e ti fai firmare gli scatolini. Appena si normalizza la cosa; se si normalizza, te le segno e recuperi quello che puoi”.
Il dottore si volta verso il cronista: “Ha capito come va? Io ho l’obbligo di segnare i farmaci sulle ricette, ma le ricette non me le danno. Non sono solo io. Credo sia così in tutta la Calabria. Di certo in tutta la provincia. Sicurissimo, a Reggio. Insomma, posso solo arrangiare. Le visite le faccio. Faccio la diagnosi ma non posso curarli. Teoricamente senza i farmaci possono morire, certamente peggiorano”.
Conclude: “Non è un granché ma è tutto quello che offre per ora la sanità pubblica: sospesa per motivi di tipografia. Se lo fanno per risparmiare? Ma no. Non credo… Lei li fa capaci? Credo si tratti di burocrazia e incapacità. Almeno, spero. Ma tutto questo non lo scriva”.
Ci saluta e mentre usciamo alza un po’ la voce: “Avanti un altro”.
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Ed:
RICETTA MEDICA PER MALATI CRONICI
Article 26 (Semplificazione per la prescrizione dei medicinali per il trattamento di patologie croniche)
Grande novità per i malati cronici, cioè per più di 14 milioni di persone che rappresentano il 24% degli assistiti dal Servizio Sanitario Nazionale. La validità delle ricette per i malati cronici passa infatti da 60 a 180 giorni. Inoltre, sempre per le patologie croniche, il medico può prescrivere medicinali fino a 6 pezzi per ricetta, purché già utilizzati dal paziente da almeno 6 mesi. In tal caso, la durata della prescrizione non può comunque superare i 180 giorni di terapia.
Niente più file dal medico di famiglia, dunque, con uno snellimento burocratico che va a tutto vantaggio dei malati cronici e delle loro famiglie. [Min. Sal.]
Molti medici non conoscono queste norme o hanno paura di applicarle perché la propria ASL non ha dato indicazioni in merito. Ogni commento è superfluo!
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