Le aziende dei dispositivi medici chiedono un’altra proroga nei pagamenti (390 milioni in Toscana) per non finire in difficoltà. A rischio le forniture negli ospedali
Di Sivia Pieraccini – 17 ottobre 2023 – t24 giornale economico toscano
Per la Regione sarebbe un salvagente
Si tratta del sistema di ripiano della spesa sanitaria regionale “extra” rispetto al tetto fissato, che esiste da anni per i farmaci e che è stato introdotto anche per i dispositivi medici, chiamando a pagare le aziende fornitrici di garze, siringhe, tamponi, stent, pacemaker, apparecchi diagnostici, cateteri, pannolini. La previsione, contenuta nel decreto legge Aiuti-bis del Governo Draghi, è diventata operativa nel dicembre scorso, quando le Asl hanno inviato le prime richieste di pagamento alle aziende per gli anni 2015-2018 (la quota dell’extra-spesa a carico dei fornitori è del 40% per il 2015, del 45% per il 2016 e del 50% per il 2017 e 2018; il ripiano viene calcolato sull’extra spesa rispetto a un tetto del 4,4% dei fondi sanitari a disposizione delle Regioni). Quelle richieste, rimaste ‘congelate’ fino a oggi, porterebbero risorse fondamentali per le Regioni – compresa la Toscana – per riuscire a ripianare i bilanci in rosso della sanità.
Per le aziende fornitrici è un grosso pericolo
Il versamento di somme ‘pesanti’ – in Toscana, per gli anni 2015-2018, si stima una somma vicina a 390 milioni di euro (su 2,2 miliardi dell’intero Paese) – riguarda più di mille imprese in tutta Italia, “che forniscono il Servizio sanitario nazionale e che, se si troveranno in difficoltà, potrebbero non garantire l’approvvigionamento degli
A rischio posti di lavoro e qualità dei prodotti
Anche perché, secondo l’associazione che rappresenta le aziende di dispositivi medici, “questo clima di perdurante incertezza sta logorando le imprese e sta portando a scelte forzate di riduzione dei posti di lavoro e di carenza di prodotti di qualità negli ospedali”. Con effetti a cascata sui cittadini: “La situazione coinvolgerà in modo sempre più diretto l’offerta di salute e la possibilità per i cittadini di effettuare le prestazioni sanitarie previste dai Lea. Le conseguenze ricadranno soprattutto sulle classi sociali più deboli”.