Il premio Nobel per la fisiologia o la medicina del 2015 è stato conferito a William C. Campbell e a Satoshi Omura “per le loro scoperte su una nuova terapia contro le infezioni causata da parassiti vermiformi” e a Youyou Tu “per le sue scoperte su una nuova terapia contro la malaria “.
William C. Campbell, è nato in Irlanda nel 1930 ed è professore emerito alla Drew University a Madison, negli Stati Uniti.
Satoshi Omura, nato nel 1935 nella provincia di Yamanashi, in Giappone, è professore emerito alla Kitasato University a Sagamihara, vicino a Tokyo.
Youyou Tu, nata nel 1930 a Ningbo, nella provincia cinese dello Zhejiang Province, è affiliata alla China Academy of Traditional Chinese Medicine.
I contributi di Omura e Campbell hanno portato alla scoperta di una nuova classe di farmaci con straordinaria efficacia contro le malattie parassitarie da elminti, che si stima affliggano un terzo della popolazione mondiale e sono molto diffuse in Africa sub-sahariana, Asia meridionale e America centrale e meridionale. I farmaci scoperti da Omura e Campbell combattono in particolare la cecità dei fiumi (oncocercosi) e la filariosi linfatica.
L’oncocercosi è causata da un verme, Onchocerca volvolo, le cui larve sono trasmesse all’essere umano da moscerini ematofagi che vivono in prossimità dei corsi d’acqua tropicali ed equatoriali (da qui il nome di “cecità dei fiumi”). Le larve si infiltrano nel tessuto sottocutaneo dove maturano fino alla forma adulta. Quando questi vermi si riproducono generano nuove larve (fino a 1800 al giorno) che migrano nel corpo dando origine a dermatiti croniche, ma i danni maggiori li fanno quando arrivano all’occhio, dove provocano cicatrici corneali che alla fine portano alla cecità.
Si stima che attualmente circa 25 milioni di persone siano infettate da Onchocerca v. e più di 300.000 siano diventate cieche. Le persone a rischio di contrarre la malattia sarebbero circa 250 milioni. Il principale ostacolo a un’efficace lotta alla malattia è oggi la diagnosi precoce e la ridotta disponibilità dei farmaci in molte delle regioni in cui è endemica.
La filariosi linfatica è un’infezione del sistema linfatico causata dall’infezione di alcuni nematodi (Wuchereria bancrofti, Brugia malayi, Brugia timori) che hanno l’essere umano come ospite definitivo e le zanzare come ospite intermedio.
Le microfolarie inoculate dalle zanzare nell’essere umano si insediano nel sistema linfatico e sanguigno spostandosi di giorno nei vasi più grandi e di notte nella circolazione periferica dove provocano una patologia infiammatoria. Il continuo aumento del numero di parassiti provoca progressivamente una dilatazione e un danneggiamento dei vasi linfatici che causa blocchi della circolazione, gonfiore degli arti e febbre (elefantiasi), che possono portare all’immobilizzazione degli arti. La filariosi linfatica colpisce più di 120 milioni di persone.
Satoshi Omura, microbiologo giapponese, ha lungamente studiato un gruppo di batteri, Streptomyces, che vive nel suolo. Ha sviluppato metodi originali per la coltura su larga scala e la caratterizzazione di questi batteri, isolando nuovi ceppi di Streptomyces. Fra molte migliaia di diverse culture, ne ha selezionate circa 50 per analizzarne più approfonditamente l’attività contro i microrganismi nocivi.
William C. Campbell, esperto di biologia dei parassiti, ha acquisito le colture di Streptomyces di Omura studiandone l’efficacia. Campbell ha in particolare dimostrato che un componente di una delle culture era notevolmente efficace contro parassiti negli animali domestici e da fattoria. L’agente bioattivo purificato, chimato avermectina, è stato poi modificato chimicamente in un composto più efficace chiamato ivermectina. L’ivermectina è stata successivamente testata in soggetti umani affetti da infestazioni parassitarie, mostrando di uccidere efficacemente le larve dei parassiti.
Le ricerche di Omura e Campbell risalgono a diversi anni fa, ma il “ritardo” con cui è arrivato il Nobel è particolarmente evidente nel caso di Youyou Tu, che ha contribuito alla scoperta di un importante antimalarico.
Anche la malaria – causata da parassiti del genere Plasmodium – è trasmessa da zanzare, in particolare da quelle del genere Anopheles. Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità sono a rischio di contrarla circa 3,4 miliardi di persone nel mondo, e nel solo 2013, sono state infettate 198 milioni di persone e ci sono stati 584.000 decessi imputabili a questa malattia. Circa il 90 per cento di questi decessi è registrato in Africa, e il 78 per cento riguarda bambini fino a 5 anni.
Studiando sistematicamente a partire dagli anni sessanta i prodotti fitofarmacologici della medicina tradizionale cinese, agli inizi degli anni ottanta Youyou Tu scoprì che un estratto dalla pianta Artemisia annua era un possibile candidato nella terapia della malaria. Dopo i primi deludenti risultati ottenuti nei test clinici condotti con l’estratto, iniziò una ricerca per individuarne il principio attivo. In questo modo riuscì a isolare l’artemisinina, e a dimostrarne l’efficacia negli animali e nell’essere umano anche nei casi in cui il parassita era riuscito a sviluppare una resistenza al chinino, il più tradizionale dei farmaci antimalarici.
L’artemisinina ha salvato e continua a salvare innumerevoli vite, ma ormai si stanno moltiplicando i casi di malaria in grado di resistere anche a essa e le speranze per debellarla puntano ora sullo sviluppo dei vaccini. Per l’artemisinina si sta però prospettando una nuova vita farmacologica: alcuni studi preliminari hanno infatti indicato che la sostanza potrebbe avere un utile impiego nella terapia dei tumori.
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