In questo fine settimana appena concluso centinaia di migliaia di persone – giovani, precari, disoccupati, lavoratori – hanno manifestato in decine di città in tutto il mondo per protestare contro un sistema finanziario in mano alla speculazione e una gestione delle risorse pubbliche iniqua e penalizzante per le giovani generazioni.
In un paio di decenni le prospettive economiche dei paesi occidentali e soprattutto delle classi medie si sono così deteriorate che i giovani – ventenni e trentenni soprattutto – non solo non possono sperare di vivere meglio dei loro genitori, ma sono certi che staranno peggio e difficilmente potranno costruirsi un futuro solido basato su una carriera lavorativa soddisfacente.
Molti non lavorano o alternano periodi di disoccupazione a fasi di lavoro precario e incerto, ma anche chi ha un’occupazione deve fare i conti con salari inadeguati e un potere d’acquisto drammaticamente impoverito anche rispetto a 10 o 15 anni fa: nell’arco di un paio di generazioni il lavoro è stato fortemente penalizzato, mentre il capitale ha goduto di straordinari privilegi. E mentri i salari di operai e impiegati si contraevano e non erano più in grado di tenere il passo con l’aumento del costo della vita, i compensi dei super manager e dei più ricchi sono cresciuti a dismisura, anche nei periodi di crisi come questo che stiamo vivendo adesso.
Persino nel corso del 2011 le retribuzioni dei dirigenti nelle più grandi compagnie americane sono cresciute del 28%, secondo le rilevazioni di GovernanceMetrics International, e i bonus in denaro sono triplicati rispetto a prima della crisi: basta dare un’occhiata alla lista dei 25 Ceo, Chief executive officer, più pagati d’America stilata da Scott DeCarlo per la rivista Forbes: oltre al salario base, si sommano i bonus, i benefit e il valore di esercizio delle stock options. Si parla di milioni di dollari incassati in un anno solo da una singola persona, mentre il salario medio di un dipendente a stento basta a sostenere le spese basilari, come cibo, salute e abitazione.