Gli italiani consultano sempre di più il "dottor Web", ma poi parlano con il proprio medico. Oltre due terzi degli internauti italiani, infatti, cercano notizie di salute su Internet quando hanno un sintomo o una patologia. Poi, però, in 8 casi su 10 si va dal dottore di fiducia per saperne di più. E’ uno dei dati della ricerca Eurisko presentata a Roma in occasione del lancio della nuova versione di Univadis, portale che la stessa indagine indica come riferimento per i medici italiani e che è realizzato da Msd.
"I pazienti – spiega Isabella Cecchini, direttore del dipartimento Salute Gfk Eurisko – che cercano informazioni di salute sul web si aspettano che il medico condivida con loro le informazioni ma, soprattutto, che riporti la condizione generica letta in Rete, alla situazione specifica che li riguarda. Spesso poi il paziente si spaventa sul Web: le indicazioni su diagnosi e terapie, infatti, sono spesso ansiogene ed c’è la consapevolezza degli internauti di non avere riferimenti certi su questi delicati temi. Quindi ci si affida all’autorevolezza del medico".
In tutto questo, però, sono proprio "i camici bianchi a non essere pronti – continua Cecchini – nella nostra ricerca, infatti, abbiamo chiesto ai medici se hanno la percezione dell’aumento dei pazienti che si rivolgono alla rete. Tutti, in particolare gli oncologi, sono convinti del grande rilievo del fenomeno".
Ma il 40% degli specialisti e il 50% dei medici di famiglia "pensano – continua l’esperta – che questa modalità impatti sulla relazione medico paziente e la ostacoli. Una cosa che il paziente non ha nemmeno in mente. Questo vuol dire che è il medico a non essere pronto a condividere le informazioni con l’assistito”.
Raffaella Ammirat