Se il livello è alto non è detto che sia sempre necessaria una terapia
Il pubblico è eontinuamente bombardato da notizie sulla salute che spesso, anziché chiarire, tendono a confondere. È il caso del colesterolo presente nel sangue per cui si sentono notizie contraddittorie: "Le concentrazioni ematiche di colesterolo devono essere le più basse possibile" e così via. Occorre anzitutto ricordare che il colesterolo è un componente importante delle cellule, perché mantiene la consistenza delle membrane ed è necessario per il sistema nervoso. Va sottolineato che il colesterolo è uno dei fattori che possono determinare la formazione di placche sulla superficie del vasi arteriosi, con possibile formazione di coaguli di sangue. Avere alte concentrazioni di colesterolo ematico non vuoi dire necessariamente avere un infarto cardiaco. L’ipercolesterolemia è uno dei tanti fattori di rischio che possono contribuire a malattie cardiovascolari, ma non è il solo. "Fattore di rischio" significa "condizione che aumenta la probabilità di avere una malattia". In altre parole se il livello di colesterolo è superiore alla norma non è detto che sia necessaria la prescrizione di un farmaco, bisogna vedere quali altri fattori di rischio esistono nel singolo individuo. Il rischio complessivo aumenta se accanto all’ipercolesterolemia il soggetto è fumatore, sovrappeso, iperteso e/o diabetico. Nella "saga" del colesterolo non bisogna dimenticare che esistono importanti interessi commerciali per parecchi miliardi di euro. Logico pensare che vi siano pressioni non disinteressate al trattamento. Quanto più si abbassa il livello di colesterolo che viene considerato " a norma", tanto più aumenta il numero di pazienti che deve ricevere un trattamento farmacologico per rientrare sui livelli. Se poi si dice che il colesterolo ematico deve essere il più basso possibile, nessuno può sfuggire a una prescrizione farmacologica. A questo punto occorre sottolineare che non è importante abbassare la colesterolemia di per sé, ma dimostrare che questa diminuzione corrisponde a una riduzione della morbilità (infarto, ictus, arteriosclerosi) e della mortalità cardiovascolare. Oggi sono disponibili farmaci efficaci nel diminuire II colesterolo ematico attraverso due meccanismi: la diminuzione della sintesi del colesterolo, che avviene prevalentemente nel fegato, e la riduzione dell’assorbimento attraverso l’intestino. I primi farmaci, noti con il nome di statine, sono dotati soprattutto di simvastatina e pravastatina. di solide evidenze di beneficio perché diminuiscono la mortalità; i secondi sono invece dotati di scarse prove di efficacia terapeutica. L’ezetimlbe potenzia la diminuzione della colesterolemia indotta dalla simvastatina, ma non migliora i risultati clinici che si ottengono con la sola simvastatina. Questa tuttavia non è una prova che Invalida l’importanza dei colesterolo come concausa del danno cardiovascolare, perché gli effetti positivi della riduzione dell’assorbimento del colesterolo potrebbero essere "compensati" dalla tossicità del farmaco. E occorre valutare il ruolo delle lipoproteine specifiche. Non bisogna tuttavia dimenticare che le statine posseggono altri meccanismi che sono altrettanto importanti per proteggere le arterie, come per esempio la loro attività antinflammatoria. Nonostante i progressi, esistono ancora molti interrogativi che aspettano una risposta. Tra questi una domanda è: "Quanto sono efficaci le statine?". Va subito detto che non tutti coloro che assumono una statina hanno la certezza di avere un beneficio perché vi sono pazienti che hanno malattie cardiovascolari nonostante le s