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Con l’obiettivo di creare un luogo in cui sia possibile tradurre la ricerca scientifica in brevetti, lavoro e produzione industriale, è stato creato il Laboratorio di ricerche biomediche di Catania, frutto di una collaborazione pubblico-privato che vede impegnate l’Università di Catania, La Sapienza di Roma ed Eli Lilly. La struttura può inoltre contare sui fondi europei del Pon (Programma operativo nazionale) per il primo progetto portato avanti.
Un’iniziativa rara nel nostro Paese, tanto più di valore perché realizzata nel Sud Italia, dove i cervelli non mancano, ma le opportunità sì. “Per invertire la tendenza – afferma Giacomo Pignataro, rettore dell’Università di Catania – l’impegno delle istituzioni formative e di ricerca dev’essere volto a creare occasioni di crescita e di inserimento, in grado di valorizzare le competenze e le abilità dei nostri giovani laureati”.
Nei primi 24 mesi di attività il Laboratorio di Catania ha concluso il suo primo progetto di ricerca, con l’obiettivo principale di sviluppare nuovi kit diagnostici per la valutazione di marcatori del metabolismo osseo, utili per identificare alterazioni del metabolismo scheletrico in soggetti con patologie come l’osteoporosi, che interessa, soltanto in Italia, 4 milioni e mezzo di persone. I risultati hanno consentito l’individuazione di un metodo diagnostico della patologia osteoporotica ed è stato avviato l’iter per la tutela brevettuale.
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“Uniti si vince – dichiara Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria – e lo dimostrano i risultati ottenuti dal Laboratorio di ricerche biomediche all’Università di Catania a soli due anni dall’inaugurazione. Costruendo sinergie virtuose, con un quadro stabile e regole certe, l’Italia, con i suoi ricercatori di eccellenza, ha tutto il know how per giocare la partita da protagonista”. Non solo. “Serve, allo stesso tempo, un sistema che tuteli proprietà intellettuale, brevetto e marchio, sia per incentivare i cervelli che si trasferiscono all’estero a rientrare nel nostro Paese, sia per attrarre le migliori intelligenze internazionali”, sottolinea.