Si è tenuto a Roma il Forum della Farmaceutica. I lavori sono stati introdotti dall’on. Scilipoti che ha ricordato l’importanza del momento che stiamo attraversando. Il Forum serve per dare più forza alle battaglie del cittadino e dell’ISF. Ha ricordato che tutto viene fatto in nome del dio denaro. Ha fato presente che anche molti ISF non comprendono correttamente il loro ruolo. Ci sono infatti persone che fanno solo propaganda e il cui unico scopo è la vendita, questo non è un ISF e non tutela il cittadino. Si fanno contratti di tipo commerciale o da agenti. Nostro compito, continua Scilipoti, è informare i cittadini del ruolo reale degli ISF. Oggi gli ISF non hanno potere contrattuale perché manca fra loro l’unità e lo spirito di appartenenza. Per concludere, oltre a ricordare le sue iniziative parlamentari, propone, per gli ISF fuorusciti dal mondo del lavoro, la possibilità di creare microaziende con i farmacisti, convenzionati con la regione, per produrre e commercializzare prodotti galenici.
Tonino Aceti, di Cittadinanza Attiva, pone il problema dell’accessibilità al farmaco, soprattutto per i malati cronici o affetti da malattie rare, sia per le risorse limitate, per la burocrazia, il regionalismo che crea disparità. Ricorda che certi parafarmaci, non rimborsati, sono essenziali per certe patologie. Richiama all’etica della professione dell’ISF.
Nicolò Eusebi, di Assoconsumatori, fa presente che la voce dell’utente, non sempre ascoltata, è importante. Il ruolo dell’ISF, continua, è centrale nella politica sanitaria, non solo farmaceutica. L’ISF dovrebbe essere un garante della regole. Ma c’è un problema di formazione e di informazione. In Italia la farmaceutica è diventata una colonia delle multinazionali.
Il prof. Antonio Pileggi, cattedra di diritto del lavoro a Roma Tor Vergata, nota, dal suo punto di vista come persona “informata sui fatti”, un senso di ingiustizia nei confronti degli ISF da parte di datori di lavoro “forti”. Certe aziende, afferma, non applicano le garanzie del diritto del lavoro. C’è una incapacità legislativa la cui tendenza è comunque ridurre i diritti del lavoro, senza tocare esplicitamente l’art. 18. Ne consegue un quadro legislativo confuso a cui, a sua volta, consegue da parte delle aziende un uso disinvolto del diritto del lavoro. Le aziende tendono ad emarginare coloro che non sono ritenuti produttivi (non solo i lavativi, ma anche chi non si piega alle logiche di vendita). Ricorda poi i metodi per i licenziamenti individuali e collettivi e gli”anziani” da sostituire con giovani precari.
L’avv. Cerchiara tratta il ruolo sociale dell’ISF e come tale sottoposto non solo a norme nazionali, ma anche comunitarie.
L’avv. Famà, parla dell’orario di lavoro. Constata le molte agevolazioni che hanno tutti i lavoratori tranne gli ISF. L’ISF in teoria ha un potere decisionale autonomo sull’orario di lavoro, in pratica però non è così.