Dal ministro Maurizio Sacconi "parole offensive contro la professione dei farmacisti titolari di parafarmacie".
E’ la denuncia del Forum delle parafarmacie a commento delle dichiarazioni del ministro del Lavoro a Ballarò dove, parlando di questi esercizi, aveva detto "lo dice il nome, ‘para’, che sono cose strane.
Le farmacie vere sono un’altra cosa, devono essere un servizio essenziale, come le ha volute il ministro Fazio". "I farmacisti (non parafarmacisti) titolari di parafarmacia – si legge in una nota del Forum – si sentono per l’ennesima volta attaccati e offesi, senza alcun motivo, dal Governo e dalle istituzioni italiane che, anziché sostenere una politica di liberalizzazione del settore, continuano a sostenere una politica di lobby e privilegi, dimostrati chiaramente nel servizio precedente alle sue dichiarazioni.
Vogliamo ricordare al ministro esattamente le stesse cose che qualche settimana fa abbiamo fatto presente al collega Fazio, suo sottosegretario fino al 2009. Riteniamo che, il cittadino italiano non confonde la Farmacia da Parafarmacia, nome comunque presente in altri paesi europei, perché dal 2006 il farmacista all’interno lo informa e lo educa sui farmaci che può acquistare o meno". Il cittadino comune "è regolarmente confuso perché non riesce a capire in maniera chiara cosa può acquistare o meno in questi due canali.
Esso trova dietro al banco la stessa figura professionale, che in Parafarmacia può consegnare solo alcuni farmaci, mentre in farmacia lo stesso farmacista è libero di poter ‘consigliare’ qualsiasi tipo di farmaco.
Tutto questo è causato dal fatto che i farmaci di fascia C, comunque a carico del paziente, in farmacia vengono consegnati e venduti senza alcuna richiesta di ricetta come detterebbe la legge (più volte dimostrato in servizi televisivi)".
Raffaella Ammirati – Pharmakronos 10/02/2011