Gazzetta del Mezzogiorno 27 ottobre 2023 – FOGGIA – I medici sanzionati dall’Asl di Foggia per il momento non saranno tenuti a metter mano al portafoglio. Le pesanti richieste di rimborso (fino a 6 mila euro) sono state sospese ieri sera, al termine di una giornata convulsa.
Cominciata con la presa di posizione del direttore generale, Antonio Nigri («siamo tenuti a salvaguardare anche così il servizio sanitario nazionale») e proseguita con il ravvedimento di tre dei sei medici finiti nel mirino che alla fine hanno risposto alla richiesta di spiegazioni fornite dall’Asl. Motivo per cui era scattato il drastico provvedimento giudicato «ostile» dal sindacato Smi con una lettera di fuoco alla Regione e che anche ieri ha sollevato diverse obiezioni in consiglio regionale. «Ma qui non c’è uno Stato che punisce – dice Nigri alla Gazzetta – mentre gli eroi sono dall’altra parte»
«La procedura è sospesa dopo che i medici finora irreperibili si sono fatti vivi. Le sanzioni erano scattate perché agli audit che facciamo con tutti i medici per il controllo della spesa sanitaria non avevano dato alcun cenno».
Comunicato Stampa SMI
Sospese le sanzioni ai medici. “Adesso siano rese pubbliche le modalità del controllo della spesa farmaceutica!”
Dichiarazione di Francesco Pazienza, Segretario Regionale Puglia Sindacato Medici Italiani (SMI)
Bari, 27 ott.- “Apprendiamo dalla stampa della sospensione delle sanzioni ai medici decisa dal dott. Nigri, direttore generale della ASL Foggia. Valutiamo positivamente tale scelta che consideriamo una apertura e per questo ribadiamo la nostra disponibilità alla collaborazione con la ASL.
Ciò non di meno continuiamo a ritenere non più eludibile e procrastinabile il tema che poniamo del rispetto delle norme per il controllo della spesa farmaceutica. Siamo convinti che gli effetti a valle (rimborso di somme da parte dei medici) sono la conseguenza di scelte fatte a monte (mancato rispetto delle norme)” così Francesco Pazienza Segretario Regionale SMI Puglia.
“Ribadiamo la richiesta di conoscere l’incidenza sulla spesa dei farmaci scaduti nelle farmacie ospedaliere e mandate al macero con i relativi costi. Quale sia la spesa farmaceutica indotta. Cioè l’onerosa quota di farmaci che i medici di famiglia prescrivono per la mancata consegna dei farmaci del primo ciclo terapeutico, da parte delle farmacie ospedaliere, all’atto della dimissione ospedaliera dei malati. Le prescrizioni fatte d’ altri medici e, anche, quella degli specialisti privati a cui i pazienti si rivolgono in ragione anche delle lunghe liste d’attesa che non riuscite a ridurre”.
“Alle risposte basate su tecnicismi e visione ragionieristiche opponiamo la scelta quotidiana dell’assistenza al malato che per la nostra missione è assolutamente preminente. Abbiamo posto queste questioni anche ai tavoli regionali, visto che il problema riguarda tutte le ASL, senza, sino ad oggi, concrete risposte. Così come abbiamo posto a livello nazionale la questione delle revisioni del prontuario terapeutico e l’abolizione delle note AIFA e dei Piano Terapeutici che rappresentano atti amministrativi e non clinici rispetto alle quali, però, siamo chiamati a rispondere patrimonialmente.
In ragione di quanto appena detto valuteremo la possibile eventualità a non indicare noi le note (sottolineiamo atto di pertinenza amministrativo) con esborso conseguente di danaro da parte del cittadino per procurarsi i farmaci. Tutto si tiene insieme quando si parla di spesa farmaceutica che, ricordo, rappresenta meno del 2% della somma comunicata quale debito sanitario regionale.
Ci sia consentito poi un cenno all’appropriatezza prescrittiva da parte del medico. I medici devono essere appropriati sul piano clinico e non su quello economico come sentenze giudiziarie chiariscono. Così come capire con chi ci confrontiamo sul tema della appropriatezza. Con la piattaforma Edotto o con i dirigenti amministrativi della ASL? O come ci sembra più giusto con la scienza medica e le esigenze del malato?
Chiediamo risposte gestionali ma anche organizzative perché non possono essere i medici a rispondere delle inefficienze del sistema sanitario regionale. Poniamo, quindi, una questione che riguarda tutti i medici non alcuni casi isolati che comunque vanno opportunamente approfonditi”. Ci auguriamo di poter affrontare ed approfondire questi temi anche in seno alla III Commissione Sanità regionale dalla quale ci aspettiamo di essere convocati.
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