Roma, 23 mar. (Adnkronos Salute) – Nè silenzi, nè omissioni, ma solo per illeciti accertati che coinvolgano i medici. "L’autonomia e la responsabilità prescrittiva del medico costituisce una risorsa pubblica. Un ulteriore strumento di affidabilità del sistema salute, sul quale a nessuno deve essere consentito gettare ombre che non siano documentate e circostanziate, in grado cioè di costituire il presupposto di una azione penale e deontologica rigorosa nei confronti dei professionisti coinvolti". Ad affermarlo in un nota è il Comitato centrale della Federazione nazionale Ordini dei medici (Fnomceo), che risponde alle accuse avanzate dal servizio de ‘Le Iene Show’ andato in onda ieri sera su Italia 1. Il servizio approfondiva la pratica del comparaggio, un’attività illecita per cui taluni medici, farmacisti o altri operatori sanitari, accettano regali di varia natura da emissari di un’industria farmaceutica, in cambio della prescrizione di determinati farmaci. "I medici e i professionisti della salute non sono il problema ma una delle soluzioni – spiega il comunicato – non vogliamo né silenzi né omissioni laddove emergano nostre responsabilità. Chiediamo solo rispetto, perché colpendo indebitamente la nostra immagine e i nostri ruoli si mortifica una prospettiva ed una speranza. E, di questo, siamo consapevolmente orgogliosi"."Il servizio de ‘Le Iene’ – sottolinea la Fnomceo – ha presentato un’immagine della professione medica e del rapporto tra medici e cittadini tanto inquietante quanto ingannevole. Comprendiamo che chi si occupa di giornalismo in un contesto di reti commerciali, per vendere più spazi pubblicitari, deve ad ogni costo fare audience – avverte la nota – anche attraverso un uso sensazionalistico della notizia, un fenomeno, peraltro, che meriterebbe una riflessione più generale, anche di carattere deontologico". Secondo la Fnomceo "questo tuttavia non esime dal dovere denunciare l’infondatezza e il pregiudizio di un messaggio che prefigura una professione medica svenduta ad interessi commerciali, che lucra sulle spalle dei pazienti, prescrivendo loro farmaci, generici o ‘brand’, non in ragione dei loro bisogni e della efficacia e sicurezza, ma sull’entità dei ‘doni’ da parte delle case farmaceutiche. Questo si chiama comparaggio e costituisce un reato penale, oltre che deontologico".Ma "le evidenze desunte da rapporti ufficiali ci dicono che la spesa farmaceutica pro capite è in calo, tanto che siamo sotto la media Ue. Sta crescendo la componente data dai farmaci equivalenti, con un’allargata platea di produttori, che devono essere controllati in quanto a standard di qualità, anche con strumenti di riferimento quali gli ‘orange book’, già previsti ed utilizzati in altri Stati. Non va inoltre sottovalutato – sottolinea la Fnomceo – il problema delle intolleranze agli eccipienti e della possibile confusione tra confezioni diverse in caso di pazienti in politerapia, che usano più farmaci e in condizioni di fragilità, ad esempio anziani".
23-MAR-12 16:18