Le prime conclusioni dell’indagine della Commissione Igiene e Sanità smontano il postulato assoluto impostoci negli ultimi tempi. E cade così la pretesa che fino ad ora ha giustificato e continua a giustificare i tagli lineari del governo
02 marzo 2015 – Ivan Cavicchi – quotidianosanità.it
La sostenibilità non è un postulato assoluto e imperativo ma semplicemente una categoria di pensiero“relativa al sistema che si ha, cioè se non vi fosse la corruzione, la disorganizzazione, le diseconomie, la sanità sarebbe a parità di risorse super sostenibile”. (QS 24 luglio 2014).
La seconda cosa rilevante riguarda la questione delle liberalizzazioni e questo strabordante e impressionante senso comune (al quale si è felicemente sottratta Sel e Scelta civica…complimenti ) tutti uniti a dire, che i farmaci di fascia C debbano restare in farmacia e che le “catene” snaturerebbero la natura di servizio della farmacia. Per favore…a tutto c’è un limite…ma di cosa stiamo parlando? Il farmaco di fascia C è sotto la potestà scientifica di una prescrizione medica e di una distribuzione la cui qualità è garantita dal farmacista sia che avvenga in una farmacia, in una parafarmacia o come in Usa in un supermercato. L’unico danno che i farmaci di fascia C provocherebbero se uscissero dalla farmacia è al bilancio dei loro titolari che guadagnerebbero di meno…svantaggio compensato ampiamente dai vantaggi occupazionali che si avrebbero perché molti farmacisti disoccupati potrebbero lavorare.
Quanto alla natura della farmacia….mi chiedo in cosa consiste questa natura… quello che vedo è una tendenza smodata della farmacia ad allargare il concetto di farmaco….a qualsiasi cosa abbia un prezzo …e un plus valore…per guadagnarci sopra fino a configurare spesso la farmacia non un servizio ma uno “spaccio” …o se preferite uno “store” in cui si vende praticamente di tutto. Trovo discutibile che tutta la sanità si muova nella logica interconnessionale delle “catene” per risparmiare e funzionare meglio (area vasta per gli acquisti, reti di servizi, integrazione tra ospedale e territorio, hub spoke ecc) e la stessa logica non si possa applicare alle farmacie.
Per favore… è come se dicessi che mettere gli ospedali in rete snaturerebbe l’ospedale! Credo invece che i criteri di economia di scala che sono insiti al discorso delle catene possano dare dei vantaggi soprattutto sul piano dei prezzi, dei costi distributivi e ancora sul piano occupazionale. Chi ci rimette è chi non vuole competere perché dovrebbe rinunciare al protezionismo dello Stato che sino ad ora gli ha garantito dei bei fatturati a rischio zero.
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