Le segnalazioni di reazioni avverse effettuate dai medici di medicina generale in concomitanza con la prescrizione di farmaci equivalenti appare «anomala». Farmaci generici: non sempre convenienza fa rima con salute.
Fedefarma. Reports on generics, Racca: take into account the growth of transparency lists
«Ormai il 75% dei farmaci sono nelle liste di trasparenza mentre fino a non molto tempo fa questo numero era molto più basso». Si inserisce così Annarosa Racca, presidente di Federfarma, nel dibattito sulle preoccupazioni avanzate dall’Aifa a proposito del picco di segnalazioni di reazioni avverse effettuate dai medici di medicina generale in concomitanza con la prescrizione di farmaci equivalenti che appare «anomala» all’Agenzia. Preoccupazioni che, in un’intervista a Farmacista33, sono state ribaltate sulle farmacie da Fiorenzo Corti, addetto relazioni esterne della Fimmg, il principale sindacato dei medici di famiglia, che si dice preoccupato per il fenomeno di «sostituzione tra generici in farmacia, presente in alcune Regioni o in alcune Asl», invitando anche a «verificare la relazione statistica tra le segnalazioni fatte da medici e il ricorso alla sostituzione in farmacia».
«Ribadisco che le farmacie effettuano le sostituzioni secondo quanto previsto dalla normativa e proprio sulla base di un obbligo imposto dalla legge» risponde Racca. «È noto l’impegno della farmacia nella diffusione del farmaco generico, che ha rappresentato per il servizio sanitario un elemento di risparmio. Noi facciamo il nostro lavoro e cerchiamo anche di fare in modo che il cittadino non abbia una sensazione di confusione. Le sostituzioni che vengono proposte in farmacia vanno nella direzione di ricercare il risparmio per il cittadino, facendogli evitare di pagare la differenza del prezzo di riferimento». E aggiunge: «Stiamo portando avanti un’analisi in questo senso e abbiamo verificato che il 75% dei farmaci sono ormai nelle liste di trasparenza. Potrebbe anche darsi che un aumento delle segnalazioni sia legato a una più alta vendita».
Frances Giani
Mercoledì, 24 Settembre 2014 – Farmacista33
Generic drugs: convenience doesn't always rhyme with health
Scritto da Alessandra e inserito in Salute il 24/09/14
Torniamo ad affrontare un tema assai importante e delicato come quello del problema della sostituibilità di un farmaco, argomento trattato di recente al Convegno AUDITA, La gestione del malato con Ipertensione e Scompenso cardiaco, tenutosi ad Ivrea, che è bene approfondire poiché tocca da vicino molte persone che seguono una terapia farmacologica.
L’intervento del Prof. Francesco Vittorio Costa, cardiologo e docente universitario, ha chiarito e sfatato dei dubbi a riguardo.
Nella quotidianità capita che si assumano farmaci in dosi, orari o modalità d’assunzione scorrette, in questi casi si parla di scarsa adherence, presupposto che invece è alla base di una buona riuscita di ogni terapia. Se il paziente decide di sospendere il trattamento prima della scadenza consigliata si tratta invece di scarsa persistence, altro principio cardine per il buon esito di una cura che, così facendo, viene a mancare.
Aderenza e persistenza dipendono anche dal rapporto medico-paziente e dalle problematiche legate al farmaco, come la comparsa di effetti collaterali o la sua scarsa efficacia.
Al venir meno di aderenza e persistenza aumentano le complicanze delle malattie e di conseguenza i costi.
Un’altra incognita si aggiunge a complicare la situazione: l’impiego dei generic drugs.
Questi, preferiti ai farmaci branded per ragioni economiche, possono però ridurre l’aderenza e quindi l’efficacia, come dimostrano delle ricerche su numerose famiglie di farmaci (antidepressivi, antipertensivi…).
I motivi sono molteplici e complessi, in particolare se un farmaco originale viene sostituito con uno non branded cade il principio dell’equivalenza terapeutica, in quanto il medicinale generico non deve necessariamente dimostrare l’efficacia clinica, ma solamente la Bioequivalenza, ovvero deve avere un principio attivo pari al 20% in più o in meno rispetto a quello originale. La sfumatura non è da poco: si tratta di una forbice che permette anche differenze del 40% tra un farmaco generico e l’altro.
Questo fenomeno chiamato Bio-creep non è da sottovalutare, bensì da tenere a mente perché può causare problemi, come continue oscillazioni dei livelli ematici.
A fronte del Decreto Legislativo 219/06, che non obbliga le aziende produttrici di generici ad effettuare studi specifici sull’efficacia, i medici si trovano in difficoltà nella prescrizione di un medicinale generico. Non possono che affidarsi alla casistica, spesso individuale, in mancanza di una letteratura comune in Italia; possono solo avvalersi della clausola di non sostituibilità, ovvero specificare nella prescrizione che il medicinale da procurarsi in farmacia non può essere sostituito con un altro dal farmacista.
Al contrario, negli USA esiste un libro sempre aggiornato in cui si elencano i farmaci sostituibili e intercambiabili tra loro, The Orange Book.
Altro possibile motivo di mancata efficacia della terapia legato al passaggio dal farmaco di marca a quello generico è il cambiamento di forma e colore delle compresse, che può creare confusione soprattutto nelle persone anziane.
Detto ciò, occorre ricordare che conviene scegliere un farmaco meno costoso solo a parità di beneficio, perché se il prezzo da pagare è in salute non ne vale la pena.
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