Valgono in media meno di un euro a confezione gli aumenti decisi finora dalle aziende farmaceutiche per i loro farmaci di fascia C. E’ quanto si desume dai valori delle tabelle diffuse ieri da Federfarma per comunicare alle farmacie associate i nuovi prezzi, alcuni già in vigore e altri programmati da qui fino al primo di febbraio.
Gli aumenti discendono dal comma 3, articolo 1, del decreto legge 87/2005 (il cosiddetto decreto Storace, dal nome dell’allora ministro della Salute), che permette alle aziende farmaceutiche di ritoccare verso l’alto – a cadenza soltanto biennale (il gennaio di ogni anno dispari) – i prezzi dei farmaci con obbligo di ricetta non rimborsati. Invece, ricorda Federfarma, «il prezzo al pubblico dei medicinali senza obbligo di ricetta è liberamente fissato da ciascuna farmacia o dagli esercizi commerciali abilitati».
Tra generici e prodotti branded, così, sono poco più di 770 i farmaci interessati quest’anno dagli aumenti, che portano il prezzo medio a confezione (sui prodotti interessati dagli incrementi) da 15,58 a 16,47 euro. Ne consegue una differenza di 0,89 euro, che equivale a un aumento medio del 5,7% sui prezzi di due anni fa.
Nella comunicazione che accompagna le tabelle, Federfarma ha invitato le farmacie associate a verificare «le modifiche di prezzo già pervenute e quelle che perverranno entro la fine del mese corrente, anche per ridefinire le proprie politiche di vendita tenuto conto della possibilità di praticare sconti sul prezzo al pubblico di tali farmaci, come previsto dall’articolo 11, comma 8, della Legge 27/2012».
Pharmacy Scanner – 17 gennaio 2019
Articolo 1 comma 3,decreto legge 87/20053. Il prezzo dei medicinali appartenenti alle classi di cui alle lettere c) e c-bis) del comma 10 dell’articolo 8 della legge 24 dicembre 1993, n. 537, come modificato dalla legge 30 dicembre 2004, n. 311, e’ stabilito dai titolari dell’autorizzazione all’immissione in commercio. Tale prezzo puo’ essere modificato, in aumento, soltanto nel mese di gennaio di ogni anno dispari e, per i farmaci senza obbligo di prescrizione medica (SOP) e per i farmaci di automedicazione, costituisce il prezzo massimo di vendita al pubblico.
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Medicinali con ricetta: sui prezzi notizie fuorvianti
I prezzi dei farmaci di fascia C con ricetta possono essere aumentati da parte delle aziende produttrici ogni due anni, nel mese di gennaio degli anni dispari. Sugli aumenti di prezzo vigila l’AIFA che, come riportato sul sito internet dell’AIFA stessa, effettua un monitoraggio sugli incrementi, che non possono superare l’inflazione programmata. I prezzi dei medicinali senza obbligo di ricetta medica, invece, sono stabiliti autonomamente da ciascun esercizio (farmacia, parafarmacia o corner del supermercato).
Lo precisa Federfarma, la Federazione che rappresenta le farmacie italiane, in relazione a notizie imprecise apparse sulla stampa relativamente agli aumenti di prezzo di alcuni farmaci con ricetta medica.“I prezzi dei medicinali di fascia C con ricetta, cioè di farmaci considerati non essenziali o per i quali esiste un farmaco corrispondente in fascia A a carico del SSN – precisa Marco Cossolo, Presidente di Federfarma – sono stabiliti dalle aziende produttrici. Gli aumenti di prezzo si ripercuotono sulle farmacie che acquistano i farmaci dalle aziende a prezzi più alti. Sui farmaci di fascia C con ricetta le 19.000 farmacie esistenti su tutto il territorio nazionale possono liberamente praticare uno sconto, operando quindi in concorrenza tra loro.
È scorretto, e del tutto fuorviante per il cittadino, parlare di sconti sui farmaci senza obbligo di ricetta, perché questi farmaci – farmaci da banco (OTC) e senza obbligo di prescrizione (SOP) – non hanno un prezzo massimo sul quale si possano fare sconti; ogni operatore pratica il prezzo che vuole in base alle condizioni di acquisto. Anche l’affermazione secondo la quale i prezzi dei farmaci senza ricetta sarebbero sempre più bassi nei supermercati non corrisponde alla realtà perché questo può essere vero per alcuni prodotti civetta, ma non per tutto il paniere dei medicinali senza ricetta. Va anche considerato che i supermercati mettono in vendita solo pochi tipi di farmaci, mentre nelle farmacie sono reperibili tutti i medicinali senza ricetta, compresi quelli meno richiesti.
Il fatto che per i medicinali di fascia C con ricetta si sia mantenuto un prezzo massimo vigilato – prosegue il Presidente di Federfarma – è per dare garanzie al cittadino che non si verifichino aumenti incontrollati, trattandosi di farmaci comunque più delicati di quelli che non richiedono la ricetta medica.” Cossolo sottolinea infine che “non è possibile mettere sullo stesso piano i medicinali di fascia C con ricetta e i prodotti senza ricetta (SOP e OTC), in quanto si tratta di due mercati completamente diversi, il primo vigilato e il secondo totalmente libero, relativi a medicinali con caratteristiche diverse, che richiedono tutele diverse a garanzia del cittadino. Non è la stessa cosa acquistare un semplice farmaco per il mal di testa, che può anche avere un prezzo libero, o acquistare un farmaco stupefacente, un antibiotico o un ormone a prezzo vigilato.”
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