In media, in Italia il tempo per avere accesso ai farmaci, anche innovativi, «sono notevolmente più lunghi, perché oltre all’approvazione nazionale abbiamo l’approvazione dei prontuari regionali che indubbiamente dilatano i tempi rispetto ad altri Paesi». Lo afferma il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, a margine di un convegno sulle nuove frontiere del market access. «Da un’indagine fatta recentemente» aggiunge Scaccabarozzi «è emerso, infatti, che per essere inclusi in tutte le Regioni, i tempi, seppur con differenze regionali, sono mediamente di 200-230 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco». E aggiunge: «È vero che il ministero della Salute ha recentemente disposto che i prodotti per cui è riconosciuta l’innovatività a livello centrale debbano essere immediatamente messi a disposizione a livello regionale ma ancora non abbiamo visto l’attuazione di questo ddl. Quando sarà applicato pienamente probabilmente avremo raggiunto un importante traguardo per i pazienti italiani che non avranno più discriminazioni». Quanto al ruolo del market access, ha aggiunto Sacccabarozzi, «il problema non riguarda solo i prodotti innovativi ma tutti i prodotti, anche quelli già in commercio, perchè non è detto che abbiano accesso al mercato per tutta la vita del prodotto». Per il presidente di Farmindustria, infatti, «si possono creare situazioni tali per cui nel ciclo di vita del prodotto alcuni prodotti, per decisioni prese a livello regionale, possano in una regione piuttosto che un’altra avere accessi diversi». Quindi, conclude, «è molto importante che ci siano figure specializzate che riescano a comprendere a pieno come lavorare per garantire che ai pazienti italiani venga riconosciuto l’accesso alle terapie, non solo quelle innovative».
Farmacista33 – 27 ottobre 2011