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I risparmi possono arrivare dalle sperimentazioni cliniche, dal versamento dell’Iva, dagli sconti obbligatori che le aziende sono chiamate ad effettuare e dai risparmi che derivano dall’accesso ai generici e ai biosimilari. La chiave di lettura è suggerita dal rapporto “Un caso di studio sulla valutazione degli impatti generati dalle aziende farmaceutiche in una prospettiva pubblica”, redatto dal Centro studi Crea Sanità dell’Università di Roma Tor Vergata sulla base del case study di Novartis Italia. Il gruppo svizzero è uno dei big della farmaceutica mondiale (43,6 mld di fatturato nel 2014), presente in 140 Paesi, con le sedi italiane di Ciba e Sandoz.
( … continua su Il Sole 24ORE – 09 settembre 2015 – di Rosanna Magnano)
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