Pubblicità ammessa anche per i non-prescription drugs SOP che, a differenza dei medicinali senza ricetta denominati OTC, Not possono essere esposti sul banco per la libera vendita dal farmacista e ai quali è stata, fino ad oggi, negata la possibilità di promozione.
Lo stabilisce una sentenza del Consiglio di Stato (n. 2217 del 12 maggio) che boccia l’appello del ministero della Salute contro la sentenza del Tar del Lazio del giugno scorso.
Il dicastero si appellava per annullare o modificare la pronuncia del tribunale regionale a favore di Kwidza Pharma Gmbh e Chefaro Pharma per l’autorizzazione della pubblicità ad un prodotto Sop.
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The sentence of the Lazio Regional Administrative Court on the advertising of SOP drugs
Fedefarma. Sop and publicity, from the Lazio Tar ruling that causes discussion
Ed.: Com’è noto, o come dovrebbe essere noto, la pubblicità sui farmaci da prescrizione è vietata. L’unico modo legale che le aziende farmaceutiche hanno per far conoscere i propri farmaci ai medici è l’informazione scientifica e gli unici autorizzati a farla sono gli Informatori Scientifici del Farmaco. Si veda a tal proposito il Legislative Decree 219/06, art. 122, comma 1: “Information on medicinal products can be provided to the doctor and pharmacist by scientific representatives“.
Premesso questo, è assurdo e allucinante che una giunta Regionale come quella dell’Emilia-Romagna promulghi un regolamento d’informazione scientifica in cui si fa divieto d’informazione scientifica negli Ospedali e negli Ambulatori che fanno capo al Servizio Sanitario Regionale. E gli Informatori, al di fuori ovviamente dell’attività assistenziale, dove possono essere ricevuti dai medici? Nelle loro abitazioni private? Il provvedimento preso dalla Regione Emilia-Romagna in pratica vieta un diritto stabilito da una legge nazionale.
È un concetto molto semplice che con un po’ di sforzo cognitivo potrebbe comprendere anche il Presidente della Regione
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