Per AssoGenerici “una delle cause dell’attuale difficoltà del Servizio sanitario è stato aver trascurato che la mancanza del generico sul mercato italiano, fino a tempi relativamente recenti, ha impedito una dinamica concorrenziale analoga a quella degli altri paesi occidentali”.
02 OTT – “Le odierne dichiarazioni del presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, andrebbero rovesciate: è proprio perché ci si è occupati poco delle compatibilità economiche dell’assistenza sanitaria che oggi i cittadini italiani devono fare i conti con un razionamento delle prestazioni sanitarie allo stato dell’arte, a cominciare dal ritardo con cui i farmaci innovativi entrano nei prontuari regionali”. Ad affermarlo il presidente di AssoGenerici, Giorgio Foresti, commentando le dichiarazioni rilasciate da Scaccabarozzi nel corso di un convegno promosso dal Censis e dedicato al rapporto tra cittadini e informazione sanitaria.
Commentando i dati dell’indagine del Censis che sottolinea come gli italiani siano stanchi delle informazione sulla bellezza e la malasanità e cerchino, invece, di capirne di più sulle patologie, affidandosi soprattutto alla comunicazione con il medico di famiglia, Scaccabarozzi ha sottolineato che tutto questo è giustificabile con l’interesse del cittadino ad essere curato. “Se vero che la salute è anche economia, politica, costi, burocrazia, bellezza e malasanità, quello che al cittadino interessa veramente quando si parla di salute è proprio la salute”. E facendo un esempio di mala informazione, il presidente di Farmindustria ha citato il caso della norma sulla prescrizione per principio attivo, tornando poi a ribadire che tale norma non produce risparmi per lo Stato. “Non è in atto una guerra – ha detto – ma i cittadini sono confusi”.
Per AssoGenerici, in realtà, “una delle cause dell’attuale difficoltà del Servizio sanitario è stato aver trascurato che la mancanza del generico sul mercato italiano, fino a tempi relativamente recenti, ha impedito una dinamica concorrenziale analoga a quella degli altri paesi occidentali”. “In pratica, – ha spiegato Foresti – per anni in Italia si è continuato a pagare un sovrapprezzo sulle classi di farmaci che in Gran Bretagna o i