Drugs, Ema paralyzed. Rasi has already left office
Fedaisf editorial staff
L’Ema decapitata del suo direttore esecutivo– l’italiano Guido Rasi, già direttore dell’Aifa – con la sentenza del tribunale per la funzione pubblica della Ue. Il Tribunale ha riscontrato un vizio procedurale, legato alla trasparenza.
Una commissione semi paralizzata, e che tale rischia di restare almeno per un anno. Se non qualcosa di più. Altro che politica europea del farmaco. L’Ema beheaded by its executive director– l’italiano Guido Rasi, già direttore dell’Aifa – con la judgment del tribunale per la funzione pubblica della Ue, rischia seriamente un pericoloso stallo operativo. Con il pericolo di un effetto a catena per situazioni simili in tutte le Agenzie europee. Rasi intanto ha già fatto le classiche “valigie”: ha lasciato gli uffici con un passaggio delle consegne al direttore amministrativo, il tedesco Andreas Pott. Ma dovrebbe essere solo una soluzione ponte. In attesa delle prossime mosse di competenza della Commissione europea, colpevole del pasticcio dell’aprile 2001 sul concorso alla carica di vertice dell’Ema.
It's chaos at the EMA: the sentence of the EU civil service court declared the procedural process that led to invalid Guido Rasi a capo dell’Agenzia europea per i medicinali nel ruolo di direttore esecutivo, annullandone la nomina. A essere messa in discussione, con la dichiarazione di nullità, la decisione della Commissione europea, datata 20 aprile 2011, in cui si proponeva al Consiglio di Amministrazione dell’Ema una lista di quattro candidati indicati dal comitato di screening e confermati poi dal comitato consultivo per le nomine. La principale ragione della decisione – per altro nel dispositivo della sentenza è respinto il ricorso dell’Agenzia europea – è nel fatto che Guido Rasi è già componente del Cda di Ema e quindi viene intravisto un conflitto di interessi e una poco trasparente selezione finale. Un pasticcio insomma su più fronti. In primis per l’agenzia, che si ritrova senza guida: Rasi, secondo quanto si apprende dalla stampa, avrebbe già fatto il passaggio di consegne al direttore amministrativo, il tedesco Andreas Pott, come soluzione di transizione. E a questo punto toccherebbe alla stessa commissione europea trovare una via più definitiva, possibilmente in tempi brevi: e certamente la strada di appellarsi alla sentenza appare come poco rapida mentre le voci vanno nella direzione di un interim. Quanto al nuovo concorso, non sembra ipotizzabile una sua conclusione prima di un anno.