Continua anche nel 2006 il trend in calo registrato nel 2005 dal settore dei farmaci di automedicazione in Italia: a rilevarlo è il Rapporto 2006 sull’automedicazione presentato questa mattina a Roma dall’Anifa, l’Associazione nazionale dell’industria farmaceutica dell’automedicazione.
Il documento sottolinea come il 2005 abbia rappresentato un anno di sostanziale stagnazione, con vendite, infatti pari a 333 milioni di confezioni, in contrazione dello 0,3% per l’intero settore dei farmaci non soggetti a ricetta e ancora più marcata per i farmaci di automedicazione (OTC) che lasciano sul terreno quasi un punto percentuale. Inoltre i primi 4 mesi del 2006 hanno fatto registrare per il comparto OTC valori in ribasso del 9% (volumi) e del 12,6% (valori) rispetto a quelli registrati nei primi 4 mesi del 2005.
Il mercato dei farmaci di automedicazione, quindi, non riesce a crescere, anzi continua a lasciare sul terreno quote di mercat i consumi del 2005, infatti, sono più bassi rispetto al 2001, e questo significa che il comparto non riesce a consolidare le posizioni.
L’incontro svoltosi questa mattina a Roma è stato anche un momento di riflessione e confronto anche sul dibattito in atto nel Paese in merito al Decreto legge per il rilancio economico e sociale all’interno del quale il Governo ha inserito anche la vendita dei medicinali non soggetti a prescrizione medica al di fuori della farmacia.
“L’aver introdotto un sistema distributivo complementare alla farmacia – ha affermato Angelo Zanibelli, Presidente ANIFA – non deve in alcun modo portare ad una banalizzazione del farmaco OTC o ad una sua ingiustificata penalizzazione. I medicinali di automedicazione – ha sottolineato – sono e restano farmaci e non possono essere assimilati ai prodotti genericamente salutistici. In questo senso è quindi fondamentale che anche nella nuova realtà distributiva gli spazi dedicati ai farmaci siano realmente in grado di “separare” questi dagli altri prodotti.
E’ necessario, quindi – ha proposto Zanibelli – prevedere forme specifiche di vendita dei farmaci, con un ruolo attivo del farmacista, una cassa separata, l’inserimento dei farmaci in buste e relativa pezzatura da parte del farmacista stesso.
Il nuovo sistema distributivo – ha continuato – non deve nemmeno diventare un pretesto per differenziare l’offerta di medicinali di automedicazione rispetto alla farmacia. Si tratta, infatti, di medicinali la cui sicurezza è stata ampiamente comprovata e che, per questo, sono ritenuti adatti all’uso autonomo del cittadino. Inoltre la presenza di un farmacista anche nella nuova realtà distributiva è garanzia di assistenza e consiglio professionale. Per questo è importante mantenere il principio che tutti farmaci senza obbligo di ricetta, di automedicazione, debbono poter essere venduti anche nel nuovo canale distributivo”.
All’incontro è internato anche il Ministro della salute Livia Turco che ha sottolineato la necessità di realizzare una lista completa di tutti i farmaci di automedicazione con le loro caratteristiche. “Non si tratta di una lista di farmaci sicuri – ha affermato – ma di descrivere in modo preciso che cosa sono i farmaci al di fuori della prescrizione medica, dunque di automedicazione, per dare il massimo di garanzia ai cittadini su cosa e quali sono i farmaci sicuri ed efficaci”.
Il ministro ha inoltre precisato l’intenzione di proseguire il dialogo con le farmacie anche oltre il decreto Bersani, che è solo un aspetto della politica del farmaco, e che non si creerà nessuna figura di farmacista di serie A e B, visto che il ministero è interessato a valorizzare la figura del farmacista per garantire la massima sicurezza, efficacia e tranquillità ai cittadini, che potranno così anche risparmiare. Da SaluteEuropa 11-07-06