Kate Keeping (Decision Resources), many interested in these products
“A oggi, il mercato dei biosimilari è stato dominato da ‘player’ che producono da sempre generici, come Teva, Sandoz e Hospira. Ma la seconda ‘ondata’ di biosimilari includerà anche i primi anticorpi monoclonali ‘copia’ come le insuline. Queste classi di farmaci hanno attirato un nuovo profilo di azienda sviluppatrice di biosimilari: Big Pharma”.
Tuttavia, nel corso del 2013 sono stati registrati alcuni miglioramenti rispetto al 2012: infatti è stato osservato per tutti i biosimilari un incremento nei consumi, soprattutto per ivbiosimilari del filgrastim (+38,4% rispetto al 2012), consentendo di ottenere delle riduzioni nella spesa; le più importanti riduzioni sono state le epoetine, per le quali è stato registrato un decremento della spesa del -16,6% rispetto al 2012”.
E’ quanto evidenzia l’ultimo rapporto Osmed sull’uso dei farmaci pubblicato dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Nel futuro qualcosa però è destinato a cambiare: importanti farmaci biologici perderanno il loro brevetto e saranno prodotti in versione ‘low cost’. In Europa l’ingresso sul mercato dei biosimilari degli anticorpi monoclonali trastuzumab e rituximab è atteso tra il 2015 e il 2016. In più, fra il 2015 e il 2020 altri importanti farmaci biotech perderanno la protezione commerciale, aprendo la strada all’ingresso di nuove categorie di biosimilari, soprattutto in aree terapeutiche ad alto costo come l’ematologiae l’oncologia.
Secondo gli analisti, la crescita più rapida la avranno i biosimilari di anticorpi monoclonali e di insuline, il cui primo esempio è in arrivo sul mercato europeo: il biosimilare di insulina glargina prodotto da Lilly-Boehringer. Per Richard Lang, analista del mercato farmaceutico di Visiongain, “entro il 2023, gli anticorpi monoclonali e le insuline biosimilari rappresenteranno il 57% delle copie di biologici.
Si prevede una crescita costante anche per altri segmenti del mercato, come le eritropoietine biosimilari, già disponibili in Europa, Giappone e altri mercati sviluppati, ma che finora hanno realizzato ricavi limitati rispetto con i loro farmaci biologici di riferimento”. Secondo le stime della società di consulenza GlobalData, “la crescente presenza dei biosimilari sul mercato comincerà a erodere notevolmente le vendite di medicinali biologici di marca solo dopo il 2019, mentre il valore complessivo del comparto dei biologici passerà da 162 miliardi di dollari nel 2013 a più di 262 miliardi nel 2019. Le scadenze di brevetto di biologici di marca e l’introduzione di quadri normativi chiari per i biosimilari dopo il 2019 vedranno questi ultimi catturare una buona fetta di mercato.
E per gli esperti c’è una serie di fattori che determinerà la spinta verso l’adozione dei biosimilari, dalle misure di austerità, fino all’invecchiamento della popolazione unita alla crescente domanda di assistenza sanitaria. Ma i risparmi realizzati grazie ai biosimilari – concludono gli analisti – sembra non siano così sostanziali come prima si pensava:
il costo medio è inferiore di circa il 20-30% rispetto a quello delle terapie biologiche di marca. Rimane comunque una significativa riduzione, dal momento che molti biologici costano centinaia di migliaia di dollari per un anno di trattamento”.
Barbara Di Chiara – 22 settembre 2014 – PharmaKronos
In the EU, green light for the first biosimilar insulin
Fra il 2014 e il 2019 importanti farmaci biologici perderanno il loro brevetto, fra cui prodotti anticancro e antiartrite. Risultato: altre aziende potranno produrre versioni ‘simili’ di questi medicinali. La Commissione europea, ad esempio, ha appena concesso l’autorizzazione all’immissione in commercio dell’insulina glargina prodotta da Eli Lilly e da Boehringer Ingelheim, indicata per il trattamento del diabete negli adulti, negli adolescenti e nei bambini di età pari o superiore ai 2 anni.
L’insulina glargina frutto della collaborazione fra le due aziende è un’insulina basale con la stessa sequenza aminoacidica di Lantus (insulina glargina) di Sanofi. “L’autorizzazione all’immissione in commercio per questa insulina glargina in Europa è un risultato molto importante per l’alleanza Lilly-Boehringer Ingelheim.
Siamo convinti che questo farmaco sarà ancora ampiamente utilizzato per molti anni”, afferma all’Adnkronos Salute Enrique Conterno, presidente di Lilly Diabetes.
Barbara Di Chiara – 22 settembre 2014 – PharmaKronos
Biosimilar drugs. Assogenerici: "The EU green light for insulin glargine gives new hope to patients"
La commissione europea ha autorizzato l’immissione in commercio per l’insulina glargine, prodotta da Eli Lilly and Company e da Boehringer Ingelheim,e indicata per il trattamento del diabete di adulti, adolescenti e bambini. “Grande soddisfazione” è stata espressa da Assogenerici.
22 SEPT – Il biosimilare “rappresenta una promessa che si sta pian piano trasformando in realtà”. A dichiararlo è stato Francesco Colantuoni, vice presidente di Assogenerici, commentando la notizia dell’autorizzazione all’immissione in commercio, da parte della Commissione europea, per l’insulina glargine prodotta da Eli Lilly and Company e da Boehringer Ingelheim, utilizzata per il trattamento del diabete negli adulti, negli adolescenti e nei bambini di età pari o superiore ai 2 anni.
"We can only express great satisfaction - underlined Colantuoni - because the biosimilar drug is slowly gaining the place it deserves".
And if the fact that the companies producing the new biosimilar produce branded drugs "highlights once again how the traditional contrast between brand companies and companies that generate cysts is fading", according to the vice president of Assogenerici the arrival of this authorization marks an important milestone for the biosimilar which "begins to establish itself in important therapeutic areas, characterized by pathologies with a very high social impact".
“Si tratta senza dubbio di una notizia che dà speranza a migliaia di pazienti – prosegue Colantuoni – e che arriva a pochi giorni da un evento dal titolo The decalogue of biosimilar drugs: 10 statements from which to start again, scheduled in Rome, which eight years after the introduction of the first biosimilars, will try to take stock of the evolution of clinical and pharmacological knowledge in this field. The aim - he explains - is to aggregate scientific and social consensus around the role that the biosimilar is now ready to assume.
“And also from the point of view of the system – he adds – the biosimilar represents a promise that is slowly turning into reality: for the benefit of patients, whose access to therapies is considerably favored by the arrival on the market of these drugs; to the benefit of doctors, who thanks to the savings produced by biosimilars should be able to prescribe increasingly effective innovative drugs; but also in favor of the healthcare system as a whole, which through the economies guaranteed together by equivalents and biosimilars, can hope to be able to avoid the feared linear cuts, to continue to offer Italian citizens universal levels of assistance that place us at the first place in the world".