TORINO – Interrogatori fino a notte fonda per il filone torinese dell’inchiesta sull’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, condotta dal procuratore aggiunto Raffaele Guariniello. I magistrati torinesi conservano la competenza sui danni che corruzione e compiacenze nelle procedure per autorizzare i singoli medicinali avrebbero potuto causare alla salute pubblica. Per questo adesso vogliono appurare se esiste un nesso causale tra una serie di morti sospette (si parla addirittura di dodici decessi avvenuti negli ospedali di tutta Italia) e le mazzette che sarebbero state pagate. Soldi che, per esempio, avrebbero spinto l’Agenzia a non sospendere dal commercio farmaci che altri Paesi europei come l’Irlanda e gli stessi Stati Uniti avevano ritenuto a rischio, come il nimesulide (principale componente dell’Aulin). E mentre la svizzera Helsinn, che ha come Ceo Enrico Braglia, l’unico tra gli otto indagati colpiti da ordine di cattura per i quali fino a ieri non era ancora stato eseguito l’arresto, si dichiara in una nota ufficiale «totalmente estranea» ai fatti, il gip dispone il passaggio agli arresti domiciliari delle tre persone ancora in carcere. Vera Schiavazzi Corriere della Sera del 27/05/2008 ed. Nazionale p. 20
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