«Lo spreco in sanità non si combatte con indagini empiriche che creano sconcerto nell’opinione pubblica. Non è corretto affermare che si otterrebbe un risparmio se i medicinali venissero distribuiti attraverso le farmacie private anziché da parte delle Asl. Senza considerare i rischi per la sicurezza dei cittadini».
La presidente della Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie Laura Fabrizio, è critica nei confronti dell’indagine promossa da Federfarma per cui vi sarebbe un aumento dei costi per i medicinali ritirati direttamente dall’utente presso la struttura sanitaria rispetto a quanto avverrebbe con la distribuzione negli esercizi privati.
«Questa ricerca – continua Fabrizio – è stata condotta su un campione assolutamente insignificante: una sola Asl rispetto alle oltre 140 esistenti in Italia. I costi sono stati valutati con criteri discutibili e per la Distribuzione in nome e Per Conto non sono stati valutati neppure quelli relativi ai costi di gestione che, comunque le Regioni devono sostenere, insieme al costo del farmaco e alla retribuzione da destinare alla farmacia privata e al deposito. Viene, inoltre, omessa l’analisi dei costi derivanti dai rischi legati alla distribuzione sul territorio di farmaci ospedalieri che per la loro peculiarità necessitano di un’erogazione in strutture appropriate. I farmaci, specialmente quelli innovativi e, quindi, più costosi, devono essere gestiti direttamente dalle aziende sanitarie locali o nelle aziende ospedaliere da professionisti appositamente qualificati e specializzati».
«L’erogazione dei farmaci alla dimissione del paziente da parte dell’Ospedale, inoltre garantisce la continuità della terapia, senza bisogno di recarsi dal Medico di medicina generale, anche quando il paziente viene dimesso nel fine settimana o fuori sede», ”, – afferma il direttore scientifico Sifo Piera Polidori.
«È davvero singolare – ha concluso la vicepresidente Sifo Maria Grazia Cattaneo – che ora si cerchino dati relativi ai costi della distribuzione diretta dei farmaci attraverso le Asl, quando, in passato, si sono chiusi gli occhi davanti a normative regionali che costringevano le aziende pubbliche ad effettuare la distribuzione diretta con pochi mezzi o a isorisorse, gravando sulle forze e sulle capacità organizzative dei singoli professionisti».